Care amiche, cari amici,
nel momento in cui mi appresto a scrivere questo breve augurio in vista della prossima Santa Pasqua, giunge la notizia del primo DPCM del Presidente Mario Draghi contenente ulteriori misure restrittive anticontagio che si protrarranno per tutto il periodo pasquale.
Pasqua, festa della Resurrezione, della rinascita, dell’uscita dall’inverno: significati e stati d’animo contro i quali sembra oggi dare battaglia, quasi provocatoriamente, questo maledetto virus.
Eppure è proprio l’accezione originaria del termine Pasqua, l’ebraico Pesach, che ci sprona a nutrire speranza, perché significa, letteralmente, “passare oltre, tralasciare”; è, infatti, la celebrazione del passaggio da un “prima” di schiavitù, di sottomissione ad un “dopo” di libertà e di gioia.
E quanto vorremmo tralasciare questa pandemia, lasciarci alle spalle la sofferenza, lo sgomento dei mesi che sono trascorsi, l’incertezza angosciante del futuro e finalmente passare oltre il Covid per tornare ad abbracciare i nostri cari e agire una vita sociale in tutta la sua intensità!
Viceversa, a distanza di un anno dall’inizio della pandemia che ha provocato ormai 100.000 morti nel nostro Paese, colpendo pesantemente la popolazione anziana, ci è chiesto, un’altra volta, di resistere, di rinunciare ad azioni e relazioni nel nostro quotidiano per un bene superiore: la salute di tutti, il benessere della comunità.
Torna allora a farsi largo un interrogativo insistente: “Ma quando finirà tutto questo?”.
“Sentinella quanto resta della notte?”. Mi pare significativo riprendere le parole di un padre della nostra Costituzione, Giuseppe Dossetti, che commentando questa espressione di Isaia scrisse: “l’oracolo del profeta non vuole alimentare illusioni di immediato cambiamento, anzi invita ad insistere a ridomandare a chiedere ancora... Invita ad una perseveranza durevole che anche nelle circostanze estreme sa sfuggire alle tentazioni di soluzioni facili.”
Ecco, care amiche e cari amici, anche a noi, oggi, è richiesta una “perseveranza durevole” poiché dopo la notte non torna immediatamente il giorno, ma sorge un’alba che preannuncia un giorno nuovo. Dobbiamo attraversare ancora un tratto di notte, è vero, tuttavia oggi siamo più forti, più consapevoli: abbiamo alle spalle l’esperienza di questo anno, portiamo dentro di noi il ricordo di tanti amici e amiche che ci hanno lasciato, ricordo che ci esorta a continuare nell’impegno di ri-costruire un migliore avvenire; abbiamo, infine, il vaccino, vero antidoto non solo al virus, ma anche al nostro scoramento collettivo.
Un augurio sincero a voi e ai vostri
Il Segretario Generale
Piero Ragazzini