Carissime, Carissimi,
nel racconto della resurrezione del giorno di Pasqua, nella versione di Marco, l’autore del primo Vangelo, mi impressiona quella domanda delle donne: “Ma chi solleverà quella grande pietra?”
Anche noi, in questo periodo, sconvolto dalla pandemia e dalle terribili immagini della guerra in Ucraina, dalla sofferenza di tante donne, uomini e bambini che sono costretti a fuggire dalle bombe, ci chiediamo: “ma come ci solleveremo da questo tempo, da questo pessimismo, dalle sofferenze?”
In quel racconto Marco continua scrivendo: “… sollevato lo sguardo videro che la pietra era già rimossa”.
Care amiche e cari amici,
solleviamo anche noi lo sguardo dalle nostre notti, dalle nostre paure e guardiamo con coraggio al futuro.
Solleviamo il nostro sguardo per riuscire ad avere una visione lunga, capace di andare oltre l’attimo, il momento presente, per costruire pensieri e prospettive di fiducia nell’avvenire.
Ci accorgeremo che ciò che ci bloccava e ci chiudeva, che le preoccupazioni e le paure che ci isolavano, non ci sono più, sono state rimosse dalla nostra comune speranza, dalla solidarietà che ci unisce oltre tutte le preoccupazioni del tempo presente, dalla nostra passione, dalla nostra responsabilità per costruire orizzonti di pace e di benessere per la comunità.
Pasqua è voce del verbo ebraico che significa “passare”, come dice Erri de Luca, non è festa per residenti, per persone statiche, ma per coloro che sono migratori che si affrettano al viaggio.
Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi operatori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo, atleti della parola pace, esploratori di futuro.
Carissime, Carissimi,
possa la luce della Pasqua entrare prepotentemente nella vostra casa, nella vostra vita e portare calore, speranza e pace alle vostre famiglie, all’umanità.
Auguri
Il Segretario Generale
Piero Ragazzini