Rapporto di Valutazione dell’Alleanza contro la Povertà

Rapporto di Valutazione dell’Alleanza contro la Povertà

L'8 Novembre scorso l'Alleanza contro la Povertà ha presentato in Senato il Rapporto di Valutazione della prima fase di implementazione del Sostegno per l'Inclusione Attiva (SIA), la misura nazionale di contrasto alla povertà dedicata alle famiglie con figli minori, disabili o in stato di gravidanza. L'iniziativa arriva a poco meno di due mesi dall'approvazione del Reddito di Inclusione Sociale (REI), la nuova misura nazionale che entrerà in vigore da gennaio 2018 assorbendo il SIA.

Lo studio è stato condotto da un team centrale di ricercatori e da una rete di rilevatori locali, referenti delle organizzazioni che fanno parte dell'Alleanza. La fase di rilevazione si è realizzata nel periodo aprile - giugno 2017. La ricerca, complessivamente, ha interessato 17 Regioni e 332 Ambiti (hanno risposto il 71% degli Ambiti del Nord, contro il 52% del Sud e delle Isole e il 30% del Centro Italia).

Lo scopo del Rapporto è quello di fornire indicazioni utili all'attuazione del REI; di promuovere un confronto ampio e basato su evidenze empiriche; offrire un termine di paragone per la messa in atto del REI e verificare il lavoro svolto dall'Alleanza fino ad ora.

Nel rapporto emergono sei indicazioni:

  • “Consolidare il ruolo di programmazione delle Regioni con strategie mirate per fortificare le integrazioni tra politiche attive del lavoro, istruzione, formazione professionale, salute e politiche sociali e per sostenere gli ATS (Ambiti Territoriali Sociali) a cui è affidata la gestione operativa del REI”.
  • “Rafforzare il ruolo del Terzo Settore con il coinvolgimento dei soggetti sociali, da parte dei Comuni, nelle attività di progettazione”.
  • “Aumentare la trasparenza migliorando il rilascio periodico di dati da parte di Inps e Ministero del Lavoro, per alimentare un dibattito pubblico informato”.
  • “Integrare il modello di Servizio Sociale da intervento sulla presa in carico del caso singolo a promozione di opportunità a livello comunitario, per poter poi concentrare le risorse professionali sui casi che richiedono una presa in carico intensiva”.
  • “Riporre al centro la Povertà minorile e giovanile”.
  • “Rafforzare le competenze e favorire lo scambio di pratiche, valorizzando le iniziative migliori di soggetti pubblici e Terzo settore”.

Il bilancio realizzato dall'Alleanza contro la Povertà parla chiaro: sui territori si incontrano tante difficoltà, ma “quando gli Ambiti riescono a mettere a sistema e integrare le scarse risorse, se sostenuti da Regioni in grado di svolgere una funzione forte di programmazione e regia, anche in contesti fragili riescono a gestire la misura ottenendo buone performance”.

È al Sud, nelle cinque Regioni in via di sviluppo (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania), che si riscontrano le principali barriere all'implementazione del SIA. Si rilevano maggiori difficoltà a creare economie di scala nella gestione associata dei Servizi, c'è una percentuale inferiore di assistenti sociali presenti in rapporto alla popolazione, la presenza di Comuni in default e una ridotta competenza delle amministrazioni comunali sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Tra le difficoltà e i ritardi segnalati su molti territori, non solo al Sud, ci sono quelli che riguardano il coordinamento territoriale degli interventi di contrasto alla povertà e il raccordo tra interventi sociali e di attivazione lavorativa, su cui le Regioni giocano un ruolo importante. Emerge una difficoltà di rapporto con i Centri per l'Impiego dovuta a diversi fattori storici e contestuali.

Difficoltà sono emerse anche nei rapporti con l'Inps rispetto alle comunicazioni con gli ATS rispetto alla gestione della piattaforma informativa su cui si caricano le domande per l'accesso al SIA, ma anche nella comunicazione tra Inps e cittadino.

Il coinvolgimento del Terzo Settore, è ancora quasi assente dai protocolli d'intesa (tra il 13% e il 23%), dalla progettazione territoriale e da quello delle procedure d'acquisto dei servizi sociali: la co-progettazione e l'esternalizzazione dei servizi, assieme alla gestione delle risorse derivate dai fondi comunitari, necessitano nella loro coordinazione, di una buona programmazione e adeguate competenze giuridico-amministrative.

Con tutte queste difficoltà riscontrate sul territorio, non c'è da stupirsi, quindi, se a cinque mesi dall'avvio, il SIA abbia raggiunto poco meno di un nucleo su tre tra i potenziali beneficiari, anche se  nei mesi successivi la situazione è migliorata, pur rimanendo “modesta”.

Dalle rilevazioni, però, emerge un dato di particolare interesse, già evidenziato con la sperimentazione del SIA nelle 12 città, soprattutto nel caso di Roma. “Il SIA intercetta nuclei beneficiari in condizioni di povertà non in carico ai servizi. Il 45% degli ATS delle Regioni del Sud (molti in Campania e Sicilia) afferma che nessuna o poche delle domande di SIA riguardano nuclei già conosciuti, mentre tale percentuale scende al 25% nel caso degli ATS del Centro Nord”.

Difficile anche avviare i progetti personalizzati, come previsto dalle linee guida sul SIA del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Solo un Ambito territoriale su tre (33%) a maggio 2017 dichiarava di esserci riuscito. “Si conferma uno squilibrio tra macro aree regionali con una differenza di 24 punti percentuali tra Ambiti territoriali al Sud (19 %) e del Centro Nord (43%). Un terzo degli ambiti tuttavia, il 32% al Sud e il 19% al Nord, è riuscito a predisporre i progetti personalizzati per meno di un quarto dei nuclei beneficiari cioè per una parte molto ridotta degli aventi diritto. Quasi un terzo degli ambiti rispondenti dichiara spesso o frequentemente che la mancata predisposizione dei progetti personalizzati è dovuta alla scarsità delle risorse e solo il 5 % degli ATS del Sud e il 17% di quelli del Centro Nord non riportano problemi dovuti a tali carenze”.

Dal Rapporto di Valutazione, quindi, emerge da una parte la difficoltà strutturale e organizzativa che gli Ambiti Territoriali incontrano nell'attuazione di misure come il SIA e il REI, ormai prossimo. Dall'altra, la ricerca sottolinea come, se sostenuti da assistenza, capacità di programmazione e creazione di misure complementari alla lotta contro la povertà da parte delle Regioni, i contesti più svantaggiati riuscirebbero a migliorare le prestazioni e i servizi erogati.

La ricerca ha avuto come obiettivo primario quello di individuare i meccanismi in grado di agevolare o ostacolare l'implementazione del SIA, offrendo spunti di riflessione che possano essere utili anche per il REI, che permetterà un ulteriore aumento dei nuclei beneficiari e un conseguente riassetto da parte dei servizi e degli enti coinvolti.

Contestualmente allo svolgimento della ricerca, è stato sviluppato un database sui Comuni e gli Ambiti Territoriali Sociali aggiornato al 1° gennaio 2017, che è stato utilizzato per le analisi statistiche. Il database è open-data, quindi a disposizione di amministrazioni e ricercatori.

10/11/2017

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