Reddito di Inclusione, primo sì al Consiglio dei Ministri

Reddito di Inclusione, primo sì al Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri ha dato il suo primo sì al decreto che sblocca il Reddito d'Inclusione (Rei). Pronti a partire dal 2018, 2 miliardi l'anno per un aiuto che si rivolge ad una platea di circa 660 mila famiglie (di cui 560 mila con figli minori), ovvero 1,8 milioni di persone.
Il provvedimento dovrà acquisire i pareri delle commissioni parlamentari competenti, per poi tornare in CdM per il varo definitivo. Quest'ultimo ha anche approvato un dl che si intreccia con la questione Povertà, con “disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”. Il provvedimento mira a sostenere i giovani meridionali e apre a regole più vantaggiose per quelle che vengono battezzate "zone economiche speciali".
Il sostegno va da un minimo di 190 euro al mese a un massimo di 485 e sarà erogato mensilmente dall'Inps, attraverso una Carta di pagamento elettronica (Carta Rei), simile a una prepagata. Le richieste verranno presentate a un desk ad hoc (“punti per l'accesso al Rei”), da identificare sul territorio. Sarà poi il Comune a raccogliere le domande, verificare i requisiti e inviare all'Inps la documentazione.
Per rientrare nel Reddito di Inclusione, occorre avere un reddito Isee sotto i 6 mila euro (con tetto a 3 mila per la parte reddituale) e un patrimonio immobiliare inferiore ai 20 mila euro (al netto dell'abitazione principale). Inoltre, c'è l'obbligo di “sottoscrivere un patto”, che condiziona l'erogazione dell'aiuto a determinati comportamenti, quali accettare proposte per migliorare l'occupabilità o garantire la frequenza scolastica dei figli. Per semplificare la burocrazia, al Rei si accederà attraverso una dichiarazione Isee precompilata.
Avranno priorità i nuclei “con almeno un figlio minorenne o con disabilità, con una donna in stato di gravidanza o un over55 in disoccupazione”.
Centrati tutti i criteri, si potrà ottenere un sostegno su base mensile, tanto maggiore quanto più è numerosa la famiglia, per un “periodo continuativo non superiore ai 18 mesi”, allungabile non prima che ne siano passati altri sei.
La misura non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria. Non potranno accedere alla misura coloro che nei due anni precedenti la richiesta hanno acquistato auto, moto o barche.
Il decreto prevede anche la nascita di una “Rete per la Protezione e l'Inclusione Sociale”, che sarà presieduta dal Ministro del Lavoro e sarà una struttura permanente di confronto e programmazione con il Terzo Settore e le Parti Sociali.
Per la Fnp Cisl, che da tempo è impegnata nella lotta alla Povertà e all'Esclusione Sociale, questo è certamente un passo in avanti, ma è necessario attivare a breve ulteriori iniziative di sostegno e allargare la platea dei beneficiari.

19/06/2017

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