Pensioni, proseguono i tavoli tra Governo e sindacati

Pensioni, proseguono i tavoli tra Governo e sindacati

Proseguono gli incontri tra Governo e Sindacati per discutere delle pensioni.

Dopo l'incontro del 3 febbraio, oggi 7 febbraio le parti sociali tornano al Ministero del lavoro per parlare della rivalutazione delle pensioni e dell'ampliamento della platea dei beneficiari della quattordicesima.

 

RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI

Occorre individuare meccanismi di rivalutazione di tutti gli assegni pensionistici, che garantiscano ai titolari una prestazione adeguata nel tempo.

L'Accordo del 2016 il Governo si era impegnato a ripristinare, a partire dal 2019, il meccanismo di perequazione già previsto dalla legge 388/2000, più favorevole in quanto basato su scaglioni di reddito e non sull'intero importo di reddito da pensione, come l'attuale meccanismo fissato dalla legge di bilancio per il 2020 (L. n 160/2019, cc. 477-478).

Si ricorda che l'indice di rivalutazione provvisorio per il 2020 è pari a +0,4% e quindi l'importo del trattamento minimo è di 515,07 euro mensili (6.695,91,13 euro annui).

Con questa ultima norma vengono inoltre modificate per il periodo 2020-2021 le percentuali di rivalutazione automatica delle pensioni.

Tale modifica, sebbene estenda dalle 3 volte a 4 volte il trattamento minimo il limite di reddito pensionistico cui applicare il 100% della perequazione, non soddisfa in alcun modo le richieste delle organizzazioni sindacali dei pensionati.

Sempre la Legge di Stabilità per il 2020 prevede la reintroduzione dal 2022 dell'applicazione del meccanismo “a scaglioni di reddito” e non più sull'intero importo del reddito da pensione.

Conseguentemente, a decorrere dal 2022, si prevede che la rivalutazione automatica sul cumulo dei redditi pensionistici sia attribuita in modo progressivo con le seguenti modalità:

  • 100% per scaglioni di reddito fino a 4 volte il trattamento minimo Inps
  • 90% per scaglioni di reddito comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo Inps
  • 75% per scaglioni di reddito superiori a 5 volte il trattamento minimo Inps.

Il differimento al 2022 sia di quest'ultimo meccanismo di rivalutazione, risultante più vantaggioso, sia della reintroduzione del sistema a “scaglioni” di reddito, di carattere progressivo e quindi più equo (sul modello della legge 388/2000), promesso dal Governo con l'intesa del 2016, è stato duramente criticato dai sindacati dei pensionati che ne avevano chiesto l'immediata applicazione già a partire dalla corrente legge di bilancio.

Pertanto, si rinnova la richiesta di rendere operativa e strutturale tale misura a partire già dalla legge di bilancio per il 2021, quale strumento di rafforzamento della rivalutazione delle pensioni.

 

QUATTORDICESIMA MENSILITA'

La cosiddetta Quattordicesima mensilità - nata con l'Accordo Sindacati Governo nel luglio 2007 - è un trattamento corrisposto ai titolari di pensione con reddito lordo fino a 1.030,14 euro mensili. La sua finalità principale è quella di valorizzare le pensioni contributive di importo più basso, distinguendole da quelle puramente assistenziali, per dare valore al valore svolto e ai contributi versati. L'importo mensile della 14° varia a seconda dell'anzianità contributiva, da un minimo di 336 euro ad un massimo di 655 euro.

Grazie all'Accordo siglato tra Governo e Sindacati il 28 Settembre 2016, dal mese di luglio 2017, la somma aggiuntiva è stata incrementata del 30% per i redditi non superiori a una volta e mezza il trattamento minimo Inps ed estesa anche a chi ha un reddito compreso tra una volta e mezza e due volte il trattamento minimo Inps.

Di fatto, è stata ampliata la platea degli aventi diritto a circa 1milione e 400mila pensionati, per un totale complessivo di 3milioni 450 mila.

07/02/2020

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