Nel 2022 meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni 1.000 abitanti. È quanto si evince dai dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica.
Pochi nati ed ancora tanti morti: meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti. Dalle analisi del fenomeno da parte degli Istituti specializzati risulta che questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. Nella realtà, tra le cause della denatalità, pesano molto il calo del numero ed il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive.
Da una parte l’inverno demografico e dall’altro la crescita costante della popolazione anziana, anche over 100.
La popolazione ultrasessantacinquenne, che nell’insieme raccoglie 14 milioni 177mila individui a inizio 2023, costituisce il 24,1% della popolazione totale contro il 23,8% dell’anno precedente.
Meno nati in Italia, dunque, e più anziani. Ma anche meno residenti. Secondo gli indicatori demografici diffusi dall’Istat la popolazione residente in Italia al 1°gennaio 2023 è di 58 milioni e 851 mila unità, 179 mila in meno sull’anno precedente, per una riduzione pari al 3 per cento.
La situazione demografica è un’altra emergenza del Paese che si somma a quella derivante dalla pandemia ed a quella economica scaturente dalla povertà diffusa in crescita e ciò, non può essere presa sotto gamba anzi deve essere tra le priorità del Governo in una visione di lungo respiro dello sviluppo e delle sorti di prospettiva dei prossimi decenni.
Occorre consapevolezza della problematica e trovare politiche della famiglia adeguate ed efficaci, eliminando o attenuando gli ostacoli di contesto complessivo che si frappongono alla scelta personale della genitorialità.
Verso questo obiettivo vitale per la nostra Comunità e per il futuro della Nazione, bisogna lavorare tutti insieme, Governo, Partiti, Imprese, Sindacati e l’intera società.
Servono sostegni importanti e duraturi da parte delle Istituzioni statali, regionali e comunali che diano certezze e sicurezza di un lavoro stabile e dignitoso per entrambi i genitori, di avere una casa sufficientemente capiente, e servizi pubblici diffusi ed alla portata dei redditi medi.
In buona sostanza occorre una nuova e diversa organizzazione sociale. Va da sé che la mancanza di nuove generazioni deprime l’economia e non assicura un domani al Paese, già in grandi difficoltà e nel contempo disegnare e realizzare un nuovo welfare complementare ed in linea all’invecchiamento della popolazione italiana che come è noto rappresenta un’importante risorsa sociale.
Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti