Come è noto, sulla scorta dei contenuti e delle disponibilità finanziarie del predetto Documento di programmazione economica si modellerà la legge di bilancio 2024.
Secondo quanto prospettato, infatti, non ci sarebbero, tra gli altri, le condizioni per una riforma organica della cosiddetta legge Fornero nel prossimo anno e quindi se ne prevedono tempi molto lunghi. Non solo, riguardo alla perequazione delle pensioni, se già con la legge di Bilancio 2023 l’Esecutivo aveva deciso che per far fronte all’inflazione il valore delle pensioni sarebbe aumentato con percentuali diverse a seconda dell’importo, adesso con i numeri previsti dal predetto documento economico non sarà possibile mettere mano all’equiparazione di tutte le pensioni e garantire il potere d’acquisto delle stesse riguardo l’inflazione che da due anni si aggira intorno al 10%. Sulla sanità, poi, sono diminuiti i finanziamenti ed in particolare su quella laziale c’è grande preoccupazione per il deficit che si registra del bilancio regionale che allontana inevitabilmente le soluzioni attese rispetto alle esigenze crescenti dei cittadini. Sappiamo che la Sanità in generale è in piena emergenza e necessita dell’incremento del finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale ed di un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri ed operatori socio sanitari, altrimenti il progetto sanitario indicato nel PNRR in merito alla sanità territoriale e dei servizi di prevenzione e ospedalieri rimarrà di fatto inapplicabile.
Per la non autosufficienza nonostante la legge delega approvata non sono determinate e finanziate le risorse necessarie per renderla esigibile. Certamente le previsioni all’interno del Documento di programmazione economica (DEF) sono insufficienti ad affrontare le tante sfide e i dossier ancora aperti, l’impianto ha un approccio difensivo e non espansivo.
Il progetto finanziario di che trattasi, non è propedeutico a far decollare la ripartenza e la crescita vista l’attuale congiuntura economica che attraversa il Paese.
In sostanza Cgil, Cisl e Uil bocciano il DEF.
Mancano vere risposte su fisco, pensioni, sanità pubblica e rivalutazioni dei salari e delle pensioni.
“L’unica nota positiva” pur se parziale, secondo il nostro Segretario Generale Sbarra - è invece un investimento di tre miliardi per ridurre il cuneo fiscale.
La mobilitazione che vede uniti i tre sindacati in una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e in tre manifestazioni: a Bologna il 6 maggio, a Milano il 13 e il 20 a Napoli, è a sostegno delle richieste unitarie avanzate nei confronti del Governo per un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali. Auspichiamo che il Governo capisca che l’autoreferenzialità è sbagliata e dannosa e che per rilanciare lo sviluppo del Paese sia necessario un patto sociale che coinvolga tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Paese.
Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti