Gli Speciali Donne inForma: Anziane e Povertà

Gli Speciali Donne inForma: Anziane e Povertà

In questo approfondimento affrontiamo il problema della povertà degli anziani, certamente attribuibile alle norme che governano il settore previdenziale, ma anche ai bassi redditi, alle condizioni di salute, ai sistemi relazionali e culturali individuali strettamente legati alla comunità in cui vivono.

Le politiche di protezione sociale non si possono più esaurire nel campo delle misure convenzionali di sostegno del reddito. È sempre più necessario, invece, applicare una visione meno riduttiva dei diritti sociali e del concetto di cittadinanza.

Infatti, la letteratura sui «bisogni essenziali» e gli studi a essa vicini sulla «qualità della vita» sono stati di grande aiuto nell'attirare l'attenzione sulla carenza di certi beni e servizi essenziali e sul loro ruolo cruciale per l'esistenza umana. Tale visione ha comportato la focalizzazione dell'attenzione oltre il tradizionale steccato degli schemi assicurativi per prendere in considerazione aspetti finora trascurati, come la dimensione istituzionale, affettiva e relazionale, considerando il singolo in stretto rapporto con la dimensione familiare e la comunità di appartenenza.

Ma le trasformazioni in corso intaccano questa filosofia in quanto le reti informali sono sempre meno solide e un numero crescente di persone, in alcune fasi della vita, non possono contare su alcun sostegno familiare. Inoltre, più elementi ne fragilizzano la struttura:

la maggiore longevità, soprattutto femminile;
la nuclearizzazione delle famiglia che colpisce prevalentemente le donne;
l'incremento di profili critici che hanno bisogno di cure specializzate (non-autosufficienti, malati cronici, ecc.).

È un contesto dove domina l'incertezza nel contrastare i nuovi itinerari di esclusione.

Tutto questo avviene mentre l'intervento assistenziale su scala locale resta decisamente limitato in termini di competenze e risorse disponibili, in parte caratterizzato da discrezionalità e ciclicità e quindi poco efficace.

I servizi finiscono, quindi, per avere una funzione tampone, incapaci di mettere in moto quei circuiti di fuoriuscita dalle difficoltà necessari a prevenire l'esclusione.

Vedremo, quindi, come per gli anziani ed in particolare – data la loro longevità – per le donne anziane, la questione sia molto legata alla capacità di mantenere sotto controllo le difficoltà che subentrano con la perdita di autonomia psicofisica e soprattutto il rischio che questa si trasformi in una deriva inarrestabile di marginalizzazione. Pertanto questo target, nonostante sia il più tutelato, rimane ad alto rischio.

15/07/2019

Condividi l'articolo su: