Fnp Sardegna

Farina: Il papa ha compreso la nostra situazione e ci sostiene.

"Farina: Il papa ha compreso la nostra situazione e ci sostiene.

Il segretario regionale FNP CISL Farina: «Il papa ha compreso la nostra situazione e ci sostiene».  Questo è il titolo  che i giornali locali  “L’Arborense” e “Sulcis-Iglesiente Oggi” hanno dato a un’intervista rilasciata dal segretario generale regionale sul problema della condizione e dei problemi degli anziani oggi in Sardegna. Si trasmette il testo integrale  dell’intervista.

«A difendere gli anziani sono rimasti  il Papa e i sindacati». Alberto Farina, segretario generale della Fnp-Cisl Sardegna, cerca alleati nella grande vertenza che gli over 65 hanno ingaggiato a livello regionale nella speranza di poter risolvere i tanti problemi della categoria. « Non si vuole capire – dice il sindacalista -  che quello che per un normale lavoratore è solo un problema, per l’anziano diventa un’emergenza, che lo rende fragile economicamente, psicologicamente e ne compromette la qualità della vita. Bisogna anche riconoscere che per tanti la pensione è l’inizio di un lungo periodo di benessere psico-fisico e di libertà dagli obblighi lavorativi. Il Papa non solamente ha capito la nostra condizione, ma non manca occasione per valorizzare il nostro ruolo nella società»

Segretario, perché per i pensionati tutto diventa più difficile?

«Si riduce l’autonomia fisica a motivo dell’età e della salute, e questo determina alcune insicurezze psicologiche che aumentano con gli anni. Per spostamenti impegnativi  si deve ricorrere all’aiuto di altre persone. Il sistema sanitario sardo per le visite specialistiche costringe l’anziano a lasciare  il paese  e spostarsi in città: un viaggio che diventa l’avventura di un giorno che comporta rinunce, disagi  e costi aggiuntivi non solo per il pensionato ma anche gli accompagnatori. Se poi tutto è complicato dalla difficoltà dei trasporti e dalla viabilità, ancora peggio».

La salute, dunque, principale problema per anziani?

«Uno scrittore latino, Terenzio Afro, diceva: “La vecchiaia è per sé stessa una malattia”. A questo aggiungiamo che i dati  dell’Osservatorio sanità del 2017  non vedono i sardi scoppiare di salute: il 44,2% ha  una malattia cronica; il 24,0% 2 malattie croniche( terza regione in Italia), il 16,4% soffre di ipertensione; 7,5% di bronchite ( primi in Italia); 19,4% di artrosi/artrite; 10,4% di  osteoporosi ( primi in Italia). L'indice di non autosufficienza in Sardegna è pari a 4,30%. A livello provinciale il dato più alto si registra a Oristano dove l'indice oltrepassa il 6% (50% in più della media regionale) e a Nuoro. Nonostante questa situazione  la politica  fa e disfa il pianeta sanitario sardo e rinvia la soluzione di problemi. E’ ingiustificabile che ci  siano pazienti senza medico di medicina generale».

Solo problemi di salute e di autonomia fisica?

«Anche di tipo culturale. Il 47% della popolazione sarda compresa tra 25  e 64 anni possiede al massimo la licenza media. Il 17,1% oltre 15 anni  è fermo alla licenza elementare oppure è privo di titolo di studio: una condizione che riguarda circa 247 mila persone, prevalentemente anziane. Che non dispongono degli strumenti per muoversi nella giungla burocratica».

Covid ha esasperato molte situazioni

« Sì.  Un esempio: il ricorso accelerato all’informatizzazione ha relegato gli anziani in  una condizione di grave minorità culturale e assistenziale. Durante la pandemia molti over 65 privi di informazioni dirette sono andati nel panico: hanno temuto per la pensione, per le cure mediche, per un semplice certificato. Fortunatamente patronati e  CAF non  hanno chiuso. Ma non c’è solo questo».

Quali altre situazioni rese difficili complicate dal Coronavirus?

«Mettiamoci nei panni dei ricoverati nelle RSA, per mesi lontani da tutto e dai parenti.  Il rinvio delle visite specialistiche negli anni 2020 e 2021 ha complicato ulteriormente la vita agli anziani. Nel  2020 il volume  delle prestazioni specialistiche prodotte  complessivamente nelle diverse branche della medicina è stata pari al 71,18% di quanto fatto nel 2019. Le visite cardiologiche nel 2019 sono state 138.000, nel 2020 poco più di 84.000. Una situazione non certo tranquilla per qualche cardiopatico in lista d’attesa»

A complicare le cose è ripartita l’inflazione con l’aumento dei prezzi.

«L’importo medio  della  pensione di un lavoratore dipendente è pari a € 1012,30.  Rispetto alla media nazionale in Sardegna siamo sotto di € 161,59. Un pensionato da lavoro autonomo percepisce in media € 724,55. Rispetto alla media nazionale la Sardegna è sotto di 134,23 €. Le pensioni assistenziali valgono mediamente € 460,24, quasi identiche rispetto a quelle nazionali. Nonostante questi importi le nostre pensioni a volte assicurano anche la sopravvivenza a figli e nipoti disoccupati. E’ facile capire perché qualche anziano rinuncia alle cure mediche».

Richieste  e proposte?

« La principale è un po’ più di attenzione  alle nostre proposte ( potere d’acquisto delle pensioni, maggiore equità sociale, previdenza complementare, tutela reddito da pensione, in Sardegna un piano socio-assistenziale-sanitario a misura degli anziani e dei territori) e politiche per il lavoro: più occupazione  vuol dire benessere, fine dell’inverno demografico, progresso sociale e scientifico, fine dell’emigrazione giovanile».

Mario Girau

16/06/2022

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