Nei giorni scorsi sui giornali e sui social è stata pubblicata un’indagine effettuata su un campione rappresentativo di medici ed infermieri dal quale si evince che la metà dei professionisti intervistati è sotto stress cronico. Il cosiddetto burnout.
La notizia è estremamente preoccupante, se i dati pubblicati sono corrispondenti alla realtà, e sinora non sono stati smentiti, generano inevitabilmente tra le persone bisognose di cura già dal primo accesso in ospedale dubbi e timori.
Non bastava la crisi strutturale ed organizzativa, la carenza dei posti letto, l’intasamento dei pronto soccorso e la carenza di personale, dobbiamo oggi fare i conti anche con lo stress da lavoro dello stesso personale.
Lo stress eccessivo che investe il personale, a causa di turni massacranti e dal loro numero insufficiente, risulta essere anche tra le cause degli errori in corsia. È infatti del tutto comprensibile che una condizione così critica può facilmente provocare qualche inevitabile errore dei camici bianchi.
La tragica conseguenza è che gli effetti di tali errori possono rilevarsi fatali sui pazienti e ciò non può essere assolutamente accettato.
Ci preoccupiamo certamente, come fruitori del servizio sanitario nazionale, della salute e delle malattie professionali dei medici e degli infermieri, ma ci sta più a cuore la salute dei pazienti che in condizioni psico fisiche indubbiamente non buone e bisognosi di cure, possono correre dei severi ed ulteriori rischi se la situazione non cambia.
Per tali ragioni è indispensabile “mettere a terra” i progetti sulla salute della missione 6 previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza ma è ancora più importante assumere medici ed infermieri, altrimenti si corre il rischio assolutamente prevedibile di costruire nuovi ospedali, case di comunità, e volere attuare l’assistenza territoriale e domiciliare senza avere gli organici necessari per il loro funzionamento complessivo.
Il Paese, i cittadini non meritano di subire ancora le scellerate scelte passate: sperpero di denaro pubblico, costruzioni delle “classiche cattedrali nel deserto” assenza dei servizi o inadeguatezza degli stessi e perciò tutti insieme dobbiamo vigilare e collaborare con le Istituzioni affinchè non si perpetuino i soliti gravi errori.
Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti