Maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità: l’ultima sentenza della Corte Costituzionale

Maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità: l’ultima sentenza della Corte Costituzionale
22/03/2024
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Maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità: l’ultima sentenza della Corte Costituzionale

In questi giorni si sta dando molto risalto alla sentenza n. 4 emessa dalla Corte Costituzionale, con cui è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della Legge n. 388/2000, che riteneva non applicabile la proroga al 31/12/1993 dei termini entro i quali era necessario maturare i requisiti utili al diritto alla maggiorazione della retribuzione individuale di anzianità (RIA) per il personale del settore pubblico, come previsto dagli accordi contrattuali.

CHI RIGUARDA?

Interessa i pensionati che hanno maturato i 5 – 10 – 20 anni di servizio nel periodo 1991-1993. Ricordiamo che il fattore “tempo” assume particolare rilevanza, dando luogo all’esercizio o all’estinzione di un diritto per effetto dell’istituto della prescrizione.

GLI EFFETTI DELLA SENTENZA

A questo punto, occorre domandarci quale effetto produca la sentenza della Corte Costituzionale per i lavoratori in quiescenza.

L’effetto immediato della sentenza emessa dalla Corte Costituzionale è quello di ritenere legittime le richieste di maggiorazione della RIA per coloro che avevano maturato un’anzianità di effettivo servizio di cinque, dieci o venti anni anche nel periodo 1991-1993.

Se ritieni di avere i requisiti per ottenere la maggiorazione della RIA, vieni nelle nostre sedi FNP CISL per valutare la possibilità di presentare l’istanza per il riconoscimento del beneficio maturato.


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