Pensioni. Cisl: Flessibilità ma senza alcun ricalcolo contributivo
“La flessibilità per andare in pensione è un elemento utile al sistema previdenziale”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, al termine dell’incontro sulle pensioni. “Questa è una affermazione importante emersa dal tavolo tecnico di confronto al ministero del lavoro tenutosi oggi. Gli approfondimenti però proseguono perché non si è ancora arrivati a definire come realizzarla e il punto continua ad essere il tema delle eventuali penalizzazioni. È chiaro che per la Cisl non può essere accettato il ricalcolo interamente contributivo, come debbono essere quantificate le platee dei lavoratori che potrebbero essere coinvolte nei meccanismi di uscita.
La Cisl non ha condiviso, altresì, la chiusura espressa dai tecnici ministeriali sull’ipotesi di pensionamento con 41 anni di contributi. Nella riunione odierna la CISL, anche oggi, ha ribadito che da troppo tempo le pensioni sono considerate il modo più semplice con cui realizzare risparmi per la spesa pubblica. A 80 miliardi ammontano infatti i risparmi ottenuti per effetto della legge Monti- Fornero tra il 2012 e il 2019. Oggi autorevoli istituti di ricerca dichiarano che per effetto dell’innalzamento della mortalità a causa della pandemia l’INPS risparmierà in un decennio oltre 11 miliardi. A questo si aggiungono i risparmi ottenuti da quota 100 e da altre misure più recenti.
E’ ora di iniziare a restituire ai pensionati e ai lavoratori maggiori diritti in tema di previdenza. Per questo la Cisl chiede al Governo risposte alle istanze presentate nella piattaforma sulla previdenza: accesso alla pensione dai 62 anni, la possibilità in ogni caso di ottenere la pensione con 41 anni di contributi senza vincoli sull’età. L’eliminazione degli importi soglia che limitano fortemente il diritto alla pensione nel sistema contributivo. Maggiore tutela per le donne con il riconoscimento dell’anticipo di 12 mesi per figlio e la conferma di opzione donna. La pensione contributiva di garanzia per chi va in pensione con un importo troppo basso a causa di una carriera frammentata e basse retribuzioni. Il riconoscimento del lavoro di cura a fini pensionistici, una maggiore attenzione a chi svolge lavori gravosi e usuranti. Il sostegno allo sviluppo della previdenza complementare. La tutela del potere di acquisto delle pensioni e l’incremento della quattordicesima per i pensionati”.