Sanità. Emilio Didonè: pensionate e pensionati sempre meno esenti e costretti a pagare il ticket
Un intervento tempestivo riguardo l’accesso al diritto all'esenzione ticket sanitario per reddito: è quanto richiesto dalla Fnp Cisl in una lettera inviata oggi al ministro della Salute, Orazio Schillaci, allo scopo di mettere fine ad una situazione che preoccupa un numero crescente di famiglie, costituite per lo più da anziani, spesso soli e con comorbidità, estromesse dal beneficio di legge, non per loro colpa o per un improvviso arricchimento economico, ma per un vuoto normativo che non tiene conto della loro condizione sociale ed economica.
Nella missiva inviata al ministro si sottolinea come, dall’applicazione della legge 537/93, i limiti reddituali per rientrare tra coloro che beneficiano dell’esenzione non siano mai stati adeguati al costo della vita ma solamente riconvertiti, ormai nel lontano 2002, quando si è passati dalla lira all’euro. Dall’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità si evidenzia come, nel biennio 2022-2023, questa situazione abbia costretto 2.6 milioni di ultra 65enni a rinunciare ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbero avuto bisogno, sia per le liste di attesa sia per gli eccessivi costi, con un rischio per la salute visto che la mancanza di prevenzione e di cure determina in loro un aggravio delle patologie e, di conseguenza, un maggior peso assistenziale sulla rete ospedaliera, dove gli anziani economicamente più fragili si rivolgono per ottenere cure gratuitamente.
“Se nel 2012 – si sottolinea nella lettera - l’importo medio di una pensione di vecchiaia era di 15.658 euro lorde, e con due pensioni medie una coppia di anziani riusciva comunque a rientrare nel limite di reddito familiare (36.151,98 euro), ottenendo l’esenzione nel pagamento dei ticket, dopo 10 anni, nel 2022, la stessa coppia di anziani, con la rivalutazione progressiva della loro pensione salita a 19.258 euro, viene di fatto esclusa dal beneficio dell’esenzione perché la somma delle loro pensioni (38.516 euro) supera il limite massimo di 36.151,98 euro. Se questo processo continuerà nel breve e medio periodo, la maggior parte dei pensionati, anche quelli considerati poveri, dovranno pagare i ticket o rinunciare anche alle cure.”
“Una questione che in questi anni – ha dichiarato Emilio Didonè, segretario generale FNP Cisl – la nostra Federazione ha sollevato e segnalato ai vari Governi che si sono succeduti, senza ottenere la revisione dovuta e necessaria dei parametri con l’adeguamento al costo della vita e che ora sottopone nuovamente all’attenzione del ministro Schillaci, del Governo e del Parlamento: serve una modifica legislativa che possa garantire l’accesso alle cure gratuite a migliaia di anziani in difficoltà e il diritto alla salute a tutti i cittadini, abbattendo ogni forma di disuguaglianza in tutto il territorio nazionale.” In tal senso la Fnp si dice disponibile a un dialogo costruttivo su questo tema e sulle altre questioni legate all’assistenza sanitaria rivolta alla popolazione anziana.