Fnp Lazio

Pensioni: Quale scelta? Proroghe o ampia flessibilità in uscita

"Pensioni: Quale scelta? Proroghe o ampia flessibilità in uscita

Il confronto sulla riforma della previdenza è ripreso con la Ministra Calderone e con l’incontro di ieri pomeriggio con la Presidente Meloni

I tempi sono strettissimi per realizzare una riforma strutturale della legge Fornero ma bisogna assolutamente ricercare una soluzione che eviti il ritorno allo scalone. Senza una revisione, infatti, da gennaio si ritorna al requisito dei 67 anni di età per l’uscita dal lavoro, oppure i 42 anni e 10 mesi di contributi con l’abbuono di 1 anno per le lavoratrici.

Scadono infatti, quota 102, l’ape sociale e opzione donna che finora hanno attenuato le rigidità della predetta legge.

I tempi della prossima legge di Bilancio sono ormai ravvicinati e la posizione espressa dalla Cisl insieme a Cgil e Uil è quella del superamento dell'obbligo di pensionamento a 67 anni e una riforma strutturale che porti a un sistema in cui la flessibilità in uscita non produca effetti negativi sul calcolo della pensione.

Evidentemente la questione di fondo in capo al Governo è sempre quella della spesa con la quale finanziare i maggiori costi previdenziali.

Le ipotesi in campo sono molte. E la scelta di come intervenire dipende dalle risorse e dunque dalla volontà politica di riformare il sistema in modo strutturale o di limitarsi a ridurre i danni.

Il tema previdenziale, infatti, è uno dei dossier più scottanti al quale il Governo deve trovare un’immediata risposta.

Occorre un accordo subito sulle pensioni per scongiurare fin d’ora i negativi effetti della legge Fornero dal primo gennaio 2023.

Siamo perfettamente in linea con il nostro Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, quando afferma che le pensioni “non sono una gentile concessione ma un diritto”.

Sul versante poi, delle pensioni in essere per fortuna la norma vigente consentirà l’adeguamento delle pensioni all’inflazione a partire dal prossimo anno.

Ovviamente si applicherà agli importi lordi e quindi siccome l’aliquota Irpef è progressiva il recupero netto sarà minore, non solo, la riparametrazione delle pensioni stesse, avrà una percentuale di rivalutazione percentuale più bassa per i redditi più alti.

In ogni caso, in generale, i pensionati avranno un buon miglioramento delle pensioni ma non tale da compensare la dinamica dei prezzi derivante dall’inflazione.

La risoluzione vera sul reddito da pensione è quella di ridurne in modo significativo le tasse poiché le nostre pensioni sono le più tassate in Europa.

 

Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti

10/11/2022

Condividi l'articolo su: