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Autonomia differenziata, la Consulta rimette quasi tutto in gioco

12/12/2024
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Autonomia differenziata, la Consulta rimette quasi tutto in gioco

La legge ha vari punti incostituzionali

La Corte Costituzionale con le motivazioni della sentenza 192/24 ha deliberato che molte materie di interesse nazionale, dall'energia ai trasporti, non vanno trasferite alle Regioni.

La Consulta si è espressa sulle questioni di costituzionalità relative alla legge sull'Autonomia differenziata sollevate dalle quattro Regioni guidate dal centrosinistra.

Lo stop della Corte viene dato su sette i profili della legge cosiddetta “Calderoli”: dai Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) alle aliquote sui tributi.

Nel dispositivo giuridico, di oltre 160 pagine, la Consulta sostiene che su alcune materie di cui si prevede il trasferimento alle Regioni, in generale, è difficilmente giustificabile secondo il principio di sussidiarietà.

A tale riguardo vi sono, motivi di ordine giuridico, tecnico ed economico, che ne bloccano l’eventuale trasferimento.

La Corte fa riferimento in particolare alle materie con la supervisione dell'Unione Europea come la politica commerciale comune, la tutela dell'ambiente, la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia e le grandi reti di trasporto e le norme generali sull'istruzione che debbono avere hanno una valenza generale ed unitaria insieme alle le funzioni relative alle professioni.

Inoltre l'Autonomia differenziata dichiara la Corte deve essere funzionale a migliorare l'efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini, in attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà.

Quindi, da un lato il trasferimento della funzione non dovrebbe aumentare la spesa pubblica ma dovrebbe o ridurla o mantenerla inalterata e dall'altro dichiara la Consulta “il criterio da seguire per finanziare le funzioni trasferite dovrebbe considerare il costo depurato dalle inefficienze”.

In sintesi vengono ribaditi dalla Corte i principi generali del nostro Ordinamento Costituzionale che non possono essere messi in discussione dal decentramento dei poteri insieme alla spesa complessiva inerente le materie devolute.

In sostanza la norma cosiddetta Calderoli non è stata bocciata ma sono stati ribaditi i principi giuridici sui quali deve essere modificata.

Noi pensiamo che salvaguardare i diritti fondamentali con una visione unitaria ed uniforme su tutto il territorio sia una buona cosa per i cittadini tutti. Quanto sopra erano le valutazioni che la Cisl aveva fatto non appena la legge sull’autonomia differenziata era stata approvata dal Parlamento.

Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti


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