Fnp Lazio
					Livelli essenziali di assistenza
					Dopo 8 anni aumentano il numero di prestazioni sanitarie a disposizione dei cittadini e si rilancia la messa in sicurezza degli ospedali
					A distanza di otto anni, nei giorni scorsi, la Conferenza Stato-Regioni ha dato parere favorevole al Dpcm che aggiorna i Livelli essenziali di assistenza (Lea), definendo così un pacchetto di prestazioni sanitarie più ampio e innovativo rispetto al passato.
Sono stati introdotti principalmente nuovi screening oncologici e neonatali, test genetici, interventi specifici sulla salute mentale e ampliate le esenzioni per patologie croniche e rare.
La linea tracciata è una strategia comune per garantire uniformità nell’erogazione dei servizi di assistenza ai pazienti cronici in tutto il territorio nazionale.
Le malattie croniche infatti, soprattutto per gli anziani, rappresentano la principale sfida di salute pubblica per l’impatto sulla mortalità, la disabilità e la qualità della vita.
L’obiettivo del Piano dei Lea è rafforzare i modelli di presa in carico centrati sulla persona e sulla continuità assistenziale, promuovendo l’integrazione tra medicina territoriale, specialistica e sociale.
Una buona notizia perché almeno sulla carta è un passo avanti importante per rispondere in modo adeguato ai bisogni di salute dei cittadini.
Tuttavia già emergono le prime critiche da parte delle Regioni, in particolare quella relativa al fatto che  l’aggiornamento è stato approvato senza una copertura finanziaria aggiuntiva e senza prevederne neanche approssimativamente i costi per la sua attuazione.
Auspichiamo che nella nostra Regione i nuovi LEA possano essere applicati non appena saranno esecutivi.
Nel Lazio Importanti miglioramenti ci sono stati nelle liste d’attesa e sui tempi di sosta nei pronto soccorso prima del posto letto.
Ulteriore difficoltà le Regioni lo manifestano riguardo l’attuazione del DM 77/2022, che definisce i nuovi standard dell’assistenza territoriale, la cui realizzazione concreta assume per la cittadinanza importanza vitale.
 Infine, nella medesima conferenza Stato-Regioni dello scorso 23 ottobre sono stati reintegrati i fondi alle regioni per potenziare la sicurezza degli edifici ospedalieri.
Le Regioni pertanto potranno proseguire gli interventi di adeguamento strutturale e sismico negli ospedali che svolgono un ruolo essenziale di assistenza e soccorso.
In questo modo verrà garantita maggiore sicurezza ai pazienti e al personale e dunque una migliore gestione delle strutture sanitarie, di cui se ne ha molto bisogno.
In quanto pensionati siamo i maggiori fruitori del servizio sanitario nazionale ed ogni buona novella che va in direzione di migliorare le prestazioni socio sanitarie e la sicurezza delle strutture sanitarie ci vede favorevolmente interessati.
Dobbiamo tuttavia vigilare che tutto ciò che viene progettato sia realmente realizzato e soprattutto sia conforme all’obiettivo prefissato.