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Sanità: liste d’attesa, scontro politico tra governo ed opposizioni

17/06/2024
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Sanità: liste d’attesa, scontro politico tra governo ed opposizioni

Invece delle polemiche politiche occorrono misure concrete e strutturali

Le liste di attesa lunghe e inefficaci per le esigenze della cittadinanza sono una triste e desolante realtà e non sono una pura invenzione degli avversari politici o dei soliti catastrofisti.

 I cittadini soprattutto pensionate e pensionati vivono drammaticamente sulla propria pelle, sulla loro aspettativa di vita e sull’esigenza di buona salute, questa grave inefficienza della sanità.

Qualche milione di persone in Italia rinuncia a curarsi sulla base degli ultimi dati Istat.

La situazione inaccettabile odierna è quella che chi ha i soldi può superare le liste di attesa rivolgendosi alla sanità privata ed invece il meno abbiente rinuncia a curarsi.

Per ovviare all’impossibilità di curarsi si ricorre conseguentemente al pronto soccorso pubblico dove si aspetta anche qualche giorno su una barella prima di essere assistito.

Il pronto soccorso di fatto assomiglia più ad un poli ambulatorio per l’assistenza primaria, che il luogo dove assolvere il compito primario della gestione del soccorso d’emergenza. Infatti, ai pronto soccorso la prevalenza degli assistiti è catalogato in codici bianchi e verdi.

Data la incivile condizione dei pazienti dovuto anche al sovraffollamento dei pronto soccorso stessi, chi può indebitarsi o chi se lo può permettere ricorre inevitabilmente alla sanità privata.  Anche Roma ha gli stessi problemi se non più acuti di altre città in base all’estensione ed al numero di abitanti.

Le cliniche private situate soprattutto nei quartieri ricchi della Capitale si sono attrezzate per fornire assistenza h24, visite ed accertamenti clinici e diagnostici, ovviamente a pagamento, ed ancora non in grado di sostenere la gestione dei casi gravi.

Non siamo di fronte oggi a pronto soccorso privati ma le premesse per una loro rapida diffusione ci sono tutte.

Occorre pertanto fronteggiare il fenomeno e determinare rapidamente una efficiente medicina pubblica territoriale, con case di comunità polifunzionali in cui siano presenti obbligatoriamente oltre gli specialisti i medici di base trasformati in dipendenti pubblici e liberati dalla soffocante montagna di scartoffie burocratiche che debbono produrre al servizio sanitario nazionale.

Non è giusto che un pensionato che ha versato tutte le tasse in questo Paese e continua ad essere il più tassato in Europa debba avere un servizio sanitario pubblico in queste precarie condizioni.

Bisogna trovare rapidamente risposte strutturali a problemi che arrivano da molto lontano e che sono stati lasciati peggiorare giorno dopo giorno dai governi e dalle regioni, ora occorre affrontare seriamente il problema, monitorare attentamente le dimensioni del fenomeno, trovare risorse finanziare adeguate, assumere personale medico e para medico e riorganizzare il servizio.

Quindi meno polemiche strumentali, più collaborazione istituzionale e politica e soprattutto più fatti.

Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti

 


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