Fnp Sardegna
Spopolamento. Alberto Farina: "La Regione metta fine alle politiche spot e avvii al più presto un Piano di Recupero"
Sul problema dello spopolamento e della salvaguardia delle aree interne da un processo che sembra inarrestabile – ma che in realtà può essere fermato – è necessario che la Regione metta fine a provvedimenti tampone, spot elettoralistici, e realizzi un Piano di Recupero destinato, esclusivamente, alla “rinascita” delle zone interne. Un progetto attento alle peculiarità locali, alle caratteristiche e alle vocazioni naturali dei luoghi. Con la consapevolezza che nessuna soluzione potrebbe dirsi adeguata senza il coinvolgimento diretto della Comunità interessata.
Quasi 300 dei 377 comuni sardi l’anno scorso hanno perso almeno un residente. I paesi con un saldo positivo l’hanno fatto “cannibalizzando” i municipi vicini privi di necessari servizi, quello sanitario soprattutto. 20 comuni sardi hanno una popolazione inferiore a 300 abitanti. Altri 103 contano meno di 1000 residenti.
Gli interventi e le misure fin qui poste in essere dalla Regione per rallentare lo spopolamento hanno dimostrato fragilità strutturale e inefficacia. Anche l’ultimo provvedimento - che prevede lo stanziamento di 360 milioni nella legge di stabilità 2022, in favore dei Comuni al di sotto dei tremila abitanti, per “bonus nascita”, “mutuo prima casa”e “contributo per attività economica” – è frutto di una politica improvvisata priva di una visione d’insieme, che ignora l’esigenza di un riequilibrio tra i territori. Per la FNP il rilancio delle aree interne è possibile solamente coniugando insieme riscoperta e creazione di opportunità lavorative, anche per i giovani, e col miglioramento delle condizioni di vita e vivibilità delle persone anziane che vi abitano, “sentinelle” culturali, ambientali, paesaggistiche radicate nel territorio.
Per arginare l’“inverno demografico” è assolutamente necessario porre in essere politiche di sostegno reale alle famiglie: agevolazione per le giovani coppie; sussidi di supporto adeguati; infrastrutture infantili ( asili nido, scuole materne etc.); contributi e agevolazioni fiscali per coloro i quali intendono avviare attività e innescare virtuosi circuiti economici; considerazione più politica dei problemi dell’abbandono e del ritorno dei giovani e delle famiglie nei paesi d’origine.