Contrattazione sociale. Didonè: pratica di democrazia, responsabilità e partecipazione
L'Intervento del segretario generale FNP CISL Emilio Didonè al seminario di approfondimento per dirigenti Fnp
"La contrattazione sociale come confronto che il sindacato dei pensionati, insieme alle confederazioni, mette in atto con le istituzioni del territorio (Comuni, associazioni di Comuni, province, Asl, Ulss, Case di riposo, enti gestori di servizi) per monitorare, concordare e possibilmente migliorare tutti quei servizi che hanno un impatto sociale, a favore soprattutto delle fasce più deboli e fragili della popolazione: questo l’obiettivo del Seminario di approfondimento per dirigenti Fnp che si è svolto al Centro Studi Cisl di Firenze dal 16 al 18 settembre.
Un seminario che - come affermato dal segretario generale del sindacato dei pensionati della Cisl Fnp Cisl, Emilio Didonè, “ha dimostrato quanto la contrattazione, soprattutto quella territoriale, sia diventata per la Fnp Cisl un asse portante del modo di fare sindacato e che, nel tempo, ha fatto crescere la consapevolezza di quanto sia importante il nostro ruolo.”
“La contrattazione sociale territoriale – ha proseguito Didonè - si conferma come una grande occasione di partecipazione democratica, che affronta sempre nuove frontiere, nuove sfide e nuove criticità. E noi sindacato dei pensionati abbiamo la necessità di continuare a comprendere, di continuare ad apprendere, di continuare a studiare, di andare avanti per superarle queste sfide come forma di prospettiva e di speranza per il futuro.
La nostra negoziazione si caratterizza per gli obiettivi che ci proponiamo: non si limita ad agire ‘contro’ scelte che riteniamo sbagliate ma avanza soluzioni e proposte alternative e, spesso, innovative. In questa fase delicata per il Paese la contrattazione sociale territoriale è oggi più che mai necessaria, perché contribuisce a una più equa redistribuzione delle risorse, contribuendo a tutelare il potere di acquisto delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati; perché cerca di rendere concreti e esigibili alcuni diritti fondamentali - come la salute, l’assistenza, i servizi alla persona - rispondendo, in parte, al percepito e crescente senso di insicurezza delle persone. Essa cerca di contribuire a ricostituire un clima sociale più coeso, più giusto e più solidale, cercando di ridare progettualità al territorio, sicurezza al nostro quotidiano, speranza e fiducia nel futuro alle persone.
Essa è una pratica di democrazia, di responsabilità e di partecipazione, che mette a confronto soggetti con ruoli, interessi e responsabilità diverse. Ma se tutti questi soggetti hanno convenuto liberamente di sedersi intorno ad un tavolo per ascoltarsi e confrontarsi reciprocamente, l’obiettivo comune non può che essere quello di cercare una sintesi, la più possibile condivisa, che possa rappresentare un interesse generale e trasversale dei soggetti coinvolti ma soprattutto un miglioramento per la vita delle persone, per la stessa comunità, per l’ambiente e per il territorio dove gli stessi soggetti che si confrontano abitano e vivono, così come nel sociale l’obiettivo da perseguire dovrebbe essere comune a tutti quelli che si siedono al tavolo, e cioè il benessere delle persone e della comunità.”