Le facce del volontariato. Emilio Didonè: fare del bene fa bene alla salute

15/10/2024
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Le facce del volontariato. Emilio Didonè: fare del bene fa bene alla salute

L'impegno dei Pensionati Cisl a confronto con altre realtà del bene comune

"Secondo gli ultimi dati ISTAT, il 9% della popolazione si dedica ad attività di volontariato, per un totale di circa 5.500.000 persone: stiamo parlando di un esercito di volontari, di persone, di donne e uomini che dedicano gratuitamente il loro tempo agli altri.

Fare del bene fa bene alla salute!

Sono numerosi ormai gli studi scientifici che dimostrano che fare del bene aumenta il benessere fisico e mentale: aiuta a combattere l’ansia e la depressione, ad allontanare lo stress e addirittura può ridurre i livelli della pressione. Alcuni studiosi hanno verificato e dimostrato un legame tra i comportamenti altruistici e la produzione di dopamina, la sostanza che provoca benessere ma serve anche a ridurre l’insorgenza di alcuni disturbi.

E questo è coerente, se ci pensiamo, a quello che diceva Don Carlo Gnocchi, che scienziato non era ma senza dubbio era un profondo conoscitore dell’animo umano: 'La carità fa meglio a chi la fa che a chi la riceve'.

Fare del bene nella sua espressione più alta, il volontariato, è anche e prima di tutto uno degli elementi essenziali che misurano la civiltà delle nostre società. L’illustre antropologa americana Margaret Mead sosteneva infatti che 'aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo'. Una sintesi perfetta, mi pare.

È per questo che il volontariato, esercitato nella quotidianità dei nostri territori dalla nostra ANTEAS e dai pensionati e pensionate della Fnp Cisl, è da sempre componente essenziale della nostra azione sindacale, del nostro fare sindacato che non può mai prescindere dal concetto di 'solidarietà e di umanità, del prendersi carico della persona'.

Fare volontariato/sindacato oggi significa fare una scelta personale, una scelta di vita: quella di essere dalla parte dei più deboli, di chi ha bisogno di una mano, dare voce a chi non ha voce. Fare volontariato/sindacato oggi non è cosa facile: è un impegno verso il prossimo e verso gli altri. Fare volontariato/sindacato oggi significa non essere soli, andare avanti insieme, mettere sempre prima il noi al posto dell’io. Fare sindacato oggi vuole anche dire che ogni adesione e tessera al sindacato non deve essere vissuta solo come una quota in più, ma rappresenta un nuovo incontro denso di fiducia, di umanità e di solidarietà.

Siamo più che mai fedeli all’idea di welfare della persona ereditato dal nostro fondatore Giulio Pastore. Per il nostro sindacato è fondamentale la lettura del territorio e dei bisogni delle persone che lo abitano. Questa è la base della nostra contrattazione sociale, che ha come obiettivo primario promuovere un reale e concreto welfare di comunità, in concreto una rete di servizi di pubblica utilità.

Un sindacato che vuole essere all’altezza di assolvere i compiti che l’attuale momento storico gli impone, deve assumere la contrattazione sociale territoriale/di prossimità come attività fondamentale per promuovere la tutela collettiva delle persone che rappresenta: questo cerchiamo di fare ogni giorno nelle nostre sedi, diffuse capillarmente in tutto il Paese.

Fare sindacato e, nello specifico, fare volontariato è anche un valido antidoto contro la solitudine. Anche su questo la scienza ci conferma gli effetti benefici di quello che facciamo. Recenti dati dell’OMS confermano che la solitudine e l’isolamento sociale hanno un impatto significativo sulla mortalità e sulla salute: il rischio di morte prematura aumenta tra il 14% e il 32%, ossia la solitudine è dannosa quanto altri fattori di rischio quali il fumo, il consumo eccessivo di alcol, l’inattività fisica e l’obesità. Non solo: solitudine e isolamento aumentano anche il rischio di cattiva salute fisica, portando ad un aumento fino al 30% del rischio di ictus e malattie cardiovascolari e fino al 50% del rischio di problemi di salute mentale come la demenza, l’ansia e la depressione.

Vissuta come luogo di incontro, ogni sede è uno spazio di condivisione contro la solitudine. In particolare, nei piccoli borghi e centri storici del nostro Paese, sono sempre di più gli over 65 che vivono soli o lontani da figli e nipoti, che si trasferiscono nelle città metropolitane per studio o lavoro. Ogni sede ANTEAS/FNP dovrebbe essere il luogo che genera relazioni, alimenta la voglia di partecipare: è l’elemento chiave per un vero e proprio invecchiamento attivo. Nelle sedi è possibile concretizzare progetti e sviluppare azioni di inclusione, di turismo sociale e culturale, promuovere iniziative socialmente utili, creare occasioni di formazione e di crescita culturale.

Tutto questo non si potrebbe fare senza l’ANTEAS, espressione di un volontariato per sua natura intergenerazionale, attore di azioni di sussidiarietà e di solidarietà secondo i principi fondanti della nostra Costituzione. E oggi più che mai è necessaria e fondamentale la presenza di ANTEAS nei nostri territori, nella nostra società in affanno su tanti fronti, per cercare di contrastare le numerose situazioni di fragilità e marginalità sociale e per aspirare a un modello di società sempre più inclusiva."

Il segretario generale Fnp Cisl, Emilio Didonè

Trento, 15 ottobre 2024

 


Notizie Segreteria Generale


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