Acqua potabile: dati preoccupanti in molte Regioni d'Italia

Acqua potabile: dati preoccupanti in molte Regioni d'Italia
21/02/2025
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Acqua potabile: dati preoccupanti in molte Regioni d'Italia

In molte aree d’Italia viene attualmente erogata acqua potabile che in altre nazioni non viene considerata sicura per la salute umana.

Recentemente Greenpeace, l’organizzazione non governativa che da oltre 50 anni si occupa di ambiente, ha pubblicato i risultati della ricerca “Acque senza Veleni”, frutto di indagini svolte tra settembre e ottobre 2024 in tutta Italia per verificare la presenza di PFAS nell’acqua potabile.

INQUINANTI ETERNI

I PFAS, conosciuti come “inquinanti eterni”, sono sostanze chimiche usate in vari processi industriali e prodotti di largo consumo, capaci di accumularsi nell’ambiente e connessi a gravi rischi per la salute. A partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.

I campioni sono stati raccolti in tutte le Regioni e Province autonome, principalmente da fontane pubbliche. Per ogni Provincia i prelievi sono stati effettuati in tutti i capoluoghi e in almeno un altro Comune. In alcune grandi città sono stati effettuati due campionamenti (Ancona, Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia).

Dall’indagine risulta che i PFAS sono presenti nel 79% dei campioni analizzati.

LA CONTAMINAZIONE: REGIONI E CITTA'

Le Regioni con la maggiore incidenza di contaminazione rispetto ai campioni analizzati sono: Liguria (8/8), Trentino-Alto Adige (4/4), Valle d’Aosta (2/2), Veneto (19/20), Emilia-Romagna (18/19), Calabria (12/13), Piemonte (26/29), Sardegna (11/13), Marche (10/12) e Toscana (25/31). Le Regioni con minore incidenza sono: Abruzzo (3/8), Sicilia (9/17) e Puglia (7/13).

Per quanto riguarda le città, le analisi hanno rilevato che Milano ha le concentrazioni più elevate di PFAS. Le altre 2 città più inquinate da PFAS sono Arezzo e Perugia, seguite da Arzignano (VI), Comacchio (FE), Olbia (SS), Reggio Emilia, Ferrara, Vicenza, Tortona (AL), Bussoleno (TO), Padova, Monza, San Bonifacio (VR), Ceccano (FR) e Rapallo (GE).

La direttiva europea 2020/2184, che entrerà in vigore in Italia nel 2026, stabilisce un limite di 100 nanogrammi per litro per 24 PFAS. Tuttavia, secondo numerosi esperti e istituzioni (tra cui l’Agenzia Europea per l’Ambiente - EEA), questi limiti sono inadeguati a proteggere la salute umana. Molti Paesi europei (Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Svezia e le Fiandre in Belgio) e gli Stati Uniti hanno già adottato limiti più stringenti.

Tra i PFAS, le sostanze più diffuse sono risultate il PFOA (47%); TFA (40%) e PFOS (22%).

  • Il PFOA (acido perfluoroottanoico), composto sintetico non biodegradabile, ha un ottimo effetto repellente all’olio e all’acqua, per questo è spesso usato nella carta da forno, nella cera per pavimenti, nei tessuti, nei tappeti, nei detergenti per tappeti e nelle scatole della pizza; è stato utilizzato per anni per la produzione di pentole antiaderenti in Teflon. Si tratta di una sostanza cancerogena, come numerosi studi hanno dimostrato.

Le concentrazioni più elevate sono state registrate a Bussoleno (TO), seguito da Rapallo (GE), Tortona (AL), Torino, Imperia, Fossano (CN), Aosta, Genova, Comacchio (FE) e Suzzara (MN).

Le Regioni con la maggiore diffusione di PFOA sono: Liguria (8/8 campioni positivi), Trentino-Alto Adige (3/4) e Veneto (13/20).

  • Il TFA (acido trifluoroacetico) deriva dall’utilizzo di prodotti fitosanitari (erbicidi, fungicidi, insetticidi) per la campicoltura, orticoltura, frutticoltura, viticoltura, oltre che per le piante ornamentali. Producono TFA anche i gas refrigeranti e propellenti e gli scarichi industriali.

I livelli più alti sono stati registrati a Castellazzo Bormida (AL), seguito da Ferrara e Novara. Altre città con alte concentrazioni sono risultate Alghero (SS), Cuneo, Sassari, Torino, Cagliari, Casale Monferrato (AL) e Nuoro.

Le Regioni con la maggiore diffusione di TFA sono: Sardegna (77% dei campioni positivi), Trentino-Alto Adige (75%) e Piemonte (69%).

Il TFA non può essere eliminato con i trattamenti di potabilizzazione tradizionali e rappresenta, quindi, una seria minaccia per la nostra salute.

  • Il PFOS (perfluorottano sulfonato), classificato come possibile cancerogeno dall’Agenzia delle Nazioni Unite per la ricerca sul cancro, pur essendo vietato a livello globale nell’ambito della Convenzione di Stoccolma, è presente nelle nostre acque. Si tratta di composti indistruttibili che respingono l’acqua, il grasso e lo sporco, utilizzati come rivestimento impermeabilizzante per tessuti (es. Nomex, Gore Tex), nelle pentole e nella schiuma degli estintori. 

I valori più elevati di PFOS sono stati registrati a Milano, Bussoleno (TO), Ancona, Rimini, Montesilvano (PE), Rovigo, Carrara, Teramo, Comacchio (FE), Fiorenzuola d’Arda (PC) e Arzignano (VI).

UNA REALTA' ALLARMANTE

L’indagine “Acque senza Veleni” evidenzia una realtà allarmante: milioni di italiani sono esposti a sostanze chimiche pericolose e bioaccumulabili attraverso l’acqua potabile, con rischi legati a interferenze endocrine e patologie gravi, tra cui forme tumorali. Come sottolinea Greenpeace, nessun Governo ha mai affrontato seriamente la questione PFAS. Inoltre, nel recepire la legge europea che pone dei limiti ai PFAS nelle acque potabili, il nostro Governo, a differenza di numerosi Paesi europei (Germania, Svezia e Danimarca solo per citarne alcuni), non ha scelto di adottare valori limite più restrittivi in grado di proteggere adeguatamente la salute umana.

La futura normativa sulle acque potabili non protegge la salute. In molte aree d’Italia viene attualmente erogata acqua potabile che in altre nazioni non viene considerata sicura per la salute umana.  Serve un intervento concreto per proteggere la salute pubblica e fermare l’inquinamento da PFAS.

I risultati dell’indagine con la mappa che permette la consultazione dei dati Regione per Regione sono disponibili al seguente link:

https://public.tableau.com/app/profile/greenpeace.italy/viz/AcquaSenzaVeleni


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