Censis Rapporto 2020: l'Italia una ruota quadrata che non gira e l’effetto della pandemia

04/12/2020
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Censis Rapporto 2020: l'Italia una ruota quadrata che non gira e l’effetto della pandemia

In questa fase di eccezionale incertezza che stiamo vivendo, è stato presentato oggi il 54° rapporto Censis.

Nel rapporto vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel sistema-Italia, definita dal direttore generale del Censis Massimiliano Valeri “una ruota quadrata che non gira” un'analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

Qui una sintesi dei dati di maggiore rilevanza per gli anziani e in generale sulla società:

PRESENTAZIONE: IL SISTEMA ITALIA

L'Italia una "ruota quadrata che non gira"

Spaventata, dolente, indecisa tra risentimento e speranza: ecco l'Italia nell'anno della paura nera. Il 73,4% degli italiani indica nella paura dell'ignoto e nell'ansia il sentimento prevalente.

Lo Stato è il salvagente a cui aggrapparsi nel massimo pericolo.

Il 57,8% degli italiani è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni alla mobilità personale.

Il 38,5% è pronto a rinunciare ai propri diritti civili per un maggiore benessere economico, accettando limiti al diritto di sciopero, alla libertà di opinione e di iscriversi a sindacati e associazioni.

Il 77,1% chiede pene severe per chi non rispetta le prescrizioni di sicurezza anti codiv (mascherine, distanziamento, altro)

Il 76,9% è convinto che chi ha sbagliato nell'emergenza, che siano politici, dirigenti della sanità o altri, deve pagare per gli errori commessi.

Il 56,6% chiede addirittura il carcere per i contagiati che non rispettano le regole della quarantena. Il 31,2% non vuole che vengano curati (o vuole che vengano curati solo dopo, in coda agli altri) coloro che, a causa dei loro comportamenti irresponsabili, si sono ammalati.

Per il 49,3% dei giovani è giusto che gli anziani vengano assistiti solo dopo di loro.

Per la pena di morte: a sorpresa, quasi la metà degli italiani (il 43,7%) è favorevole alla sua introduzione nel nostro ordinamento (e il dato sale al 44,7% tra i giovani).

Lavoro: I garantiti e i non garantiti. Per l'85,8% degli italiani la crisi sanitaria ha confermato che la vera divisione sociale è tra chi ha la sicurezza del posto di lavoro e del reddito e chi no. Vive con insicurezza il proprio posto di lavoro il 53,7% degli occupati nelle piccole imprese, per i quali la discesa agli inferi della disoccupazione non è un evento remoto, contro un più contenuto 28,6% degli addetti delle grandi aziende. C'è quindi la falange dei più vulnerabili: i dipendenti del settore privato a tempo determinato e le partite Iva.

Il lavoro a picco e la produttività senza slancio: a pagare il conto giovani e donne. Rispetto all'anno scorso, nel terzo trimestre sono già 457.000 i posti di lavoro persi da giovani e donne, il 76% del totale dell'occupazione andata in fumo (605.000 posti di lavoro). E sono 654.000 i lavoratori indipendenti o con contratto a tempo determinato senza più un impiego.

Le famiglie e i consumi. Nel secondo trimestre il Pil è franato del 18% in termini reali rispetto all'anno scorso, i consumi delle famiglie del 19,2%, gli investimenti del 22,9%, l'export del 31,5%.

Ricchi e poveri: l'impatto divaricante del virus.

Il 90,2% degli italiani è convinto che l'emergenza e il lockdown abbiano danneggiato maggiormente le persone più vulnerabili e ampliato le disuguaglianze sociali. Sono appena 40.949 gli italiani che dichiarano un reddito che supera i 300.000 euro l'anno, con una media di 606.210 euro pro capite. Corrispondono allo 0,1% del totale dei dichiaranti. Mentre sono 1.496.000 le persone con una ricchezza che supera il milione di dollari (circa 840.000 euro): sono pari al 3% degli italiani adulti, ma possiedono il 34% della ricchezza del Paese.

Sanità. Sotto la spinta drammatica del susseguirsi di nuovi contagiati in gravi condizioni, a maggio i posti letto di terapia intensiva erano passati dagli 8,7 per 100.000 abitanti della fase precedente al Covid-19 a 15,3. Dopo anni di tagli alla spesa pubblica, la straordinaria opportunità di rilancio del sistema sanitario sta nella inedita disponibilità di risorse. Con il decreto «Rilancio» di maggio il Governo ha destinato 3,2 miliardi di euro alla riorganizzazione della sanità pubblica, di cui quasi 1,5 miliardi per il riordino della rete ospedaliera e circa 1,2 miliardi per l'assistenza territoriale.

La Scuola degli esclusi. Solo l'11,2% degli oltre 2.800 dirigenti scolastici intervistati dal Censis ha confermato di essere riuscito a coinvolgere nella didattica tutti gli studenti. Nel 18% degli istituti ad aprile mancava all'appello più del 10% degli studenti. Il 53,6% dei presidi sostiene che con la didattica a distanza non si riesce a coinvolgere pienamente gli studenti con bisogni educativi speciali.

Internet. La rete che più di tutte ha conosciuto una rivoluzione dei comportamenti individuali è stata internet. Secondo una indagine del Censis, l'87% dei cittadini ha dichiarato di avere utilizzato nell'emergenza la connessione internet fissa a casa e che è stata sufficiente. Si può stimare che quasi 43 milioni di persone maggiorenni (tra queste, almeno 3 milioni di novizi) siano rimaste in contatto con i loro amici e parenti grazie ai sistemi di videochiamata che utilizzano internet. Il lockdown ha generato nuovi utenti e ha rafforzato l'uso della rete da parte dei soggetti già esperti.

L'Europa: una casa comune o lo spettro del vincolo esterno? Solo il 28% degli italiani nutre fiducia nelle istituzioni comunitarie, a fronte di una media Ue del 43%: siamo ultimi nella graduatoria europea. La percezione delle istituzioni comunitarie negli italiani resta però positiva per il 31%, è negativa per il 29%. Tuttavia, il 58% degli italiani si dice insoddisfatto delle misure adottate a livello comunitario per contrastare la crisi del Covid-19 (una percentuale superiore alla media Ue: 44%).

CAPITOLO: IL SISTEMA DI WELFARE

Situazione salute dopo il Covid-19.L'83,6% degli italiani ritiene che le persone abbiano rispettato le regole imposte nelle varie fasi dell'emergenza, con percentuali che restano elevate nel Nord-Ovest (83,1%), nel Nord-Est (85,3%), nel Centro (84,5%) e nel Sud (82,5%). Il 65% dei cittadini pensa che la comunicazione sulle modalità di diffusione del virus, i dati sui nuovi contagi e i decessi abbia spaventato le persone senza renderle pienamente consapevoli di quanto stava effettivamente accadendo. Le percentuali arrivano al massimo tra i soggetti più vulnerabili: il 72,5% tra gli anziani e il 79,7% tra chi ha un basso livello di scolarizzazione.

Rischio generazione zero figli. Nel 2019 i nati in Italia sono stati 420.170: 148.687 in meno rispetto al 2009, il 26,1% in meno. Gli italiani fanno sempre meno figli. L'esito è un inverno demografico che sta progressivamente rimpicciolendo il Paese.

Assistenza socio-sanitaria territoriale. Il fallimento della residenzialità socio-sanitaria e socio-assistenziale per gli anziani è stato uno dei capitoli più drammatici dell'emergenza sanitaria. Per il 66,9% degli italiani si sapeva che tante case di riposo non garantivano agli ospiti adeguati standard di sicurezza e di qualità della vita. Nel post Covid-19 diventa prioritario attivare reti integrate di assistenza per affiancare le famiglie troppo spesso lasciate sole nell'assistenza di malati cronici o non autosufficienti. La soluzione passa attraverso la figura dell'infermiere di comunità o di famiglia. Ben il 91,4% degli italiani la ritiene la soluzione migliore per l'assistenza e la cura di persone bisognose di terapie domiciliari e riabilitative.

Pensioni. Il rapporto tra occupati e pensionati nel 2018 era pari a 1,45 (era 1,36 nel 2008). La spesa previdenziale (pari a 293,4 miliardi di euro, il 16,6% del Pil) ha avuto un incremento annuo del 2,2% in termini reali (nel 2008 fu del 5,1%). Ma se la spesa pensionistica propriamente detta è pari all'11,7% del Pil, quella inclusiva anche della Gestione interventi assistenziali arriva al 16,6%. È il segnale di un supplenza esercitata rispetto a pezzi di welfare che non funzionano e che la crisi Covid-19 ha rilanciato. Durante l'emergenza sanitaria, 16 milioni di pensionati hanno svolto il ruolo di «silver welfare» a supporto di figli e nipoti, facendo scoprire il valore sociale ed economico delle pensioni.

CAPITOLO: I SOGGETTI ECONOMICI DELLO SVILUPPO

La compressione dei consumi. Nel secondo trimestre dell'anno la riduzione della spesa media mensile per consumi è stata del 19,1% rispetto alla fine del 2019. Al netto della spesa alimentare e abitativa, il crollo è stato ben maggiore. Nel confronto dell'anno precedente, il consumo si è ridotto di quasi 20 miliardi di euro per i servizi e di 10,5 miliardi per i beni. I comportamenti delle famiglie sono improntati alla prudenza. Il tasso medio annuo di crescita reale si è progressivamente ridotto: dal +3,9% degli anni '70 al +2,5% degli anni '80, al +1,7% degli anni '90, al +0,2% degli anni 2000. Una indagine del Censis realizzata nel mese di maggio ha registrato però un decollo degli acquisti online.

Il paradosso della povertà energetica e la questione abitativa. L'emergenza sanitaria e il forzato confinamento domestico hanno riacceso i riflettori sulla questione abitativa e sui relativi divari sociali. La «povertà energetica» riguarda le famiglie con difficoltà nell'accesso ai principali servizi energetici: il riscaldamento dell'abitazione, la cottura dei cibi e la loro corretta conservazione, l'illuminazione. Nel 2018 795.566 famiglie sono state destinatarie del bonus per disagio economico elettrico, 519.375 del bonus gas, 35.903 hanno ottenuto il bonus elettrico per disagio fisico. Nel tempo si osserva un progressivo aumento delle famiglie in difficoltà nel riscaldamento della casa (dall'11,4% nel 2008 al 14,1% nel 2018). La politica di sostegno al reddito attraverso un contributo diretto alla bolletta del gas e dell'energia elettrica produce risultati, ma questi non sono direttamente correlati a un effettivo miglioramento delle condizioni di disagio sociale. Servirebbero incentivi per i proprietari per investire sull'efficientamento energetico anche delle abitazioni concesse in locazione.

Il digitale italiano:  

Nel periodo del lockdown gli italiani che hanno iniziato a utilizzare alcuni dei principali servizi online sono il 6,4% della popolazione adulta nel caso delle videochiamate, per mantenere i contatti lavorativi, familiari e affettivi bruscamente interrotti. Il 6,2% ha dovuto attivarsi per colmare le lacune in modo da avere le competenze minime necessarie di fonte alle nuove esigenze. Il 3,6% si è reso conto della propria impreparazione, ma ha rinviato al periodo post-emergenziale l'impegno formativo, accettando nell'immediato rinunce e limitazioni. Per il 5,6% la mancanza di competenze digitali ha limitato pesantemente la capacità di lavorare e di rimanere in relazione con gli altri

CAPITOLO: LAVORO, PROFESSIONALITA' E RAPPRESENTANZA

Nel secondo trimestre del 2020 si registrano 841.000 occupati in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, 1.310.000 persone inattive in più, che non cercano lavoro, e una riduzione di quasi 650.000 disoccupati come effetto di una forte sfiducia nella possibilità di trovare un impiego. L'incremento delle persone che rinunciano alla ricerca di un lavoro è pari al 4,8% e l'insieme delle persone scoraggiate sale a 1.424.000, il 60% dei quali è rappresentato da donne. Le persone in bilico, a rischio immediato di insicurezza economica, sono quelle che dispongono di risorse finanziarie per meno di un mese: sono il 17,1% della popolazione, il 16,9% tra gli imprenditori e i professionisti, il 14,9% tra gli occupati con un contratto a tempo indeterminato. Quote più elevate si riscontrano tra i disoccupati (26,0%), i residenti nel Mezzogiorno (18,3%), i soggetti meno istruiti (21,3%). La metà degli italiani (50,8%) ha dichiarato di avere sperimentato un'improvvisa caduta delle proprie disponibilità economiche, con punte del 60% tra i giovani, del 69,4% tra gli occupati a tempo determinato, del 78,7% tra gli imprenditori e i liberi professionisti.

I sussidi

Sono stimati in 14 milioni i beneficiari delle misure messe in campo dal Governo per contrastare gli effetti del lockdown e l'impatto economico e sociale dell'emergenza sanitaria. La somma delle risorse finanziarie messe a disposizione è valutata intorno ai 26 miliardi di euro a inizio

ottobre. Sono 4,1 milioni i beneficiari del bonus di 600 euro, 830.000 i richiedenti del bonus baby sitter, 319.000 i richiedenti dell'estensione del congedo parentale, 223.000 i beneficiari dell'estensione dei giorni di permesso previsti dalla legge 104, mentre il bonus per i lavoratori domestici è stato oggetto di richiesta da parte di 212.000 persone. E le diverse modalità di erogazione della Cassa integrazione guadagni riguardano 6,4 milioni di lavoratori.

Contrattazione al palo: un altro segnale negativo per il lavoro

Sono oltre 10 milioni i lavoratori dipendenti che attendono il rinnovo del loro Contratto collettivo nazionale. A dicembre di quest'anno se ne saranno aggiunti altri 400.000, portando all'85,2% la massa del lavoro dipendente che attende l'adeguamento del contratto di lavoro. A giugno solo nel settore agricolo la contrattazione collettiva raggiungeva un livello di copertura prossimo alla totalità (93,4%), mentre nell'industria la percentuale scendeva al 23,9% e nel terziario al 21,4%, portando la quota di dipendenti in attesa di rinnovo nel settore privato all'80,4%. Per il totale dell'economia, l'intervallo temporale tra la scadenza del contratto nazionale e la firma del rinnovo è in media di 16,6 mesi.

CAPITOLO: SICUREZZA E CITTADINANZA

Cittadinanza.Vi è stata una nuova regolarizzazione degli stranieri, prevista dal decreto.

Le domande pervenute sono state 207.542: di queste, 176.848 (l'85,2%) hanno riguardato lavoratori domestici e 30.694 (il 14,8%) lavoratori subordinati in agricoltura.

La criminalità dell'era digitale

L'aumento dei reati informatici caratterizza tutto il decennio: +90,3% le truffe e frodi informatiche dal 2009 al 2018, +141,1% gli altri reati informatici. Nel 2018 le vittime delle truffe informatiche sono state 170.300 (+112,0% nel decennio).

La sicurezza dei prodotti italiani. L'89,0% degli italiani dichiara che nel post Covid-19 acquisterà di più alimenti la cui etichetta rende evidente origine, ingredienti, lavorazione, cioè prodotti con una tracciabilità trasparente. Si tratta di una esigenza che taglia trasversalmente i livelli di reddito e le professioni, non legata al nesso tra disponibilità economica e modello di consumo.

 FONTE: Censis https://www.censis.it/rapporto-annuale/54%C2%B0-rapporto-sulla-situazione-sociale-del-paese2020


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