Dipendenti Pubblici: l’Osservatorio sulle pensioni 2023

Dipendenti Pubblici: l’Osservatorio sulle pensioni 2023
19/06/2023
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Dipendenti Pubblici: l’Osservatorio sulle pensioni 2023

Sono 3.107.983 le prestazioni pensionistiche riguardanti la Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) vigenti al 1° gennaio 2023, che registrano un incremento rispetto al 2022 dello 0,8%, quando si attestavano a 3.082.954.

È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio relativo ai dipendenti del settore pubblico dell’INPS.

L’importo complessivo annuo di 83.318 milioni di euro, in aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente in cui l’importo risultava di 79.203 milioni di euro.

Con riferimento alla classificazione dei trattamenti pensionistici in esame, si evidenzia che il 58,9% di essi sono pensioni di anzianità o pensioni anticipate, con importo complessivo annuo pari a 54.416 milioni di euro. Il 14,3% sono prestazioni pensionistiche di vecchiaia, per una spesa complessiva annua di 13.736 milioni di euro. Il 6,5% del totale sono pensioni di inabilità. Mentre, il restante 20,3% sono pensioni di reversibilità o ai superstiti.

In relazione ai dati per categoria e sesso, dall’Osservatorio emerge che, le prestazioni in vigore al 1° gennaio 2023 sono erogate per il 59,6% alle donne e il 40,4% è ripartito tra gli uomini. In tutte le categorie di pensione, ad eccezione della pensione di inabilità si registra una prevalenza numerica di pensionate rispetto ai pensionati; tale differenza è ancor più rimarcata nella categoria pensioni ai superstiti/reversibilità, dove il rapporto si attesta al 16,8% per le donne, contro il 3,5% degli uomini.

In base alla distribuzione per area geografica, il 40,9% delle pensioni dovute dalla gestione dipendenti pubblici è percepito da pensionati residenti al Nord, il 36,5% al Sud e nelle isole, mentre il 22,3% al Centro.

In termini di spesa pensionistica complessiva (GDP) per area geografica, il 39,8% degli importi sono liquidati nelle Regioni settentrionali, il 36,4% nel Meridione e nelle Isole e il 23,6% nell’Italia centrale.

Le Regioni che beneficiano il maggior numero di prestazioni pensionistiche pubbliche sono la Lombardia con l’11,9%, il Lazio con l’11,3%, seguite dalla Campania 9,4% e Sicilia 8,4%. Di contro, le Regioni che godono del numero minore di trattamenti GDP sono la Basilicata con l’1,1%, il Molise con lo 0,7% e la Valle d’Aosta con il solo 0,3%.

Le pensioni liquidate nel 2022 sono diminuite del 9,4% rispetto al 2021, passando da 172.228 a 155.945; l’importo medio mensile dei trattamenti pensionistici è invece aumentato del 2,3% passando da 2.016,79 euro nel 2021 a 2.063,97 euro nel 2022.

La categoria delle pensioni di anzianità/anticipate risulta la più numerosa, con il 50,5% del totale, per un importo complessivo annuo pari 2.467,2 milioni di euro (59% del totale).

Le pensioni ai superstiti/reversibilità rappresentano il 27,1%, costituendo il 16% dell’importo complessivo annuo.

I trattamenti pensionistici di vecchiaia sono il 19,3% e rappresentano il 22,1% dell’importo annuo.

Le pensioni di inabilità sono poco più superiori al 3%, sia in termini numerici che di importo.

Esclusa quest’ultima categoria, anche nel 2022, si è registra una prevalenza numerica di pensionate rispetto ai pensionati. Tale differenza è ancor più marcata nelle pensioni ai superstiti/reversibilità, dove il rapporto è 20,4% per le donne, contro il 6,7% degli uomini.


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