Eurostat: chi vive più a lungo in Europa?
Dati Eurostat sull’aspettativa di vita nei Paesi UE
Nel 2021 la speranza di vita complessiva alla nascita nell’UE era di 80,1 anni. L’aspettativa di vita delle donne nell’UE è pari a 82,9 anni, ovvero 5,7 anni in più rispetto a quella degli uomini, che hanno una media di 77,2 anni. Al momento della nascita, si prevede che le donne vivano più a lungo.
La Lettonia è il Paese con il maggior divario di genere, qui, infatti, le donne vivono in media 9,8 anni in più rispetto agli uomini. Il divario di genere minore, invece, è stato osservato nella regione d’oltremare francese di Mayotte (nel canale di Mozambico), dove l’aspettativa di vita per le donne era di 2,3 anni superiore a quella degli uomini.
DONNE
Il primato della più alta aspettativa di vita alla nascita per le donne va alla Spagna: 88,2 anni.
Nel resto dell’UE, dopo la Spagna, la regione della Rhône-Alpes in Francia e la Provincia Autonoma di Trento (entrambi 86,7 anni) vantano i livelli più alti di aspettativa di vita per le donne.
UOMINI
L’aspettativa di vita più alta alla nascita, 82,8 anni, è stata registrata in Finlandia, nella regione autonoma dell’isola di Åland. A seguire, la Comunidad de Madrid (82,2), la Comunidad Foral de Navarra (81,9) e due regioni svedesi.
ITALIA
Con riferimento specifico all’Italia, la maggioranza delle Regioni si trova sopra la media europea per entrambi i sessi. La Provincia di Trento vanta la più alta aspettativa di vita per le donne (86,7), mentre in Campania (83,1) si rileva quella più bassa.
L’aspettativa di vita per gli uomini, come nel resto d’Europa, è più bassa anche per gli uomini italiani. Il livello più alto si registra nella Provincia Autonoma di Bolzano (81,8) e quello più basso sempre in Campania (78,7), pur rimanendo più alto della media UE (77,2).
PREVENZIONE
L’aspettativa di vita è sempre più legata a fattori fondamentali quali la prevenzione. In questo senso riteniamo utile anche segnalare, sempre da Eurostat, i dati recentemente pubblicati sui tassi di screening del cancro al seno, che rimane una delle principali cause di mortalità femminile nell’UE. Nell’analisi dei dati è necessario ricordare l’impatto negativo della pandemia di COVID-19 sulla prevenzione, poiché l’emergenza ne ha notevolmente dilatato i tempi.
Nel 2021, i primi tre Paesi con i più alti tassi di screening del cancro al seno per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, che avevano ricevuto una mammografia nei due anni precedenti, erano i Paesi nordici dell’UE: Danimarca (83,0%), Finlandia (82,2%) e Svezia (80,0%). Seguono Malta (77,8%) e Slovenia (77,2%). I tassi più bassi di screening sono stati registrati in Lettonia (30,8%), Ungheria (29,8%), Slovacchia (25,5%), Cipro (24,6%) e Bulgaria (20,6%). Rispetto al 2011, i tassi di screening del cancro al seno sono aumentati in 6 dei 20 Paesi dell’UE, con i maggiori aumenti osservati a Malta (+26,9%), Lituania (+12,9%) ed Estonia (+7,7%). Al contrario, sono state osservate diminuzioni superiori a 10 punti percentuali in Lussemburgo (-16,3%), Irlanda (-12,1%) e Ungheria (-10,6%).
Per quanto riguarda la disponibilità di macchine mammografiche, nel 2021, il maggior numero ogni 100.000 abitanti per le donne di età compresa tra 50 e 69 anni è stato registrato in Grecia (7,1 unità) e Cipro (5,9 unità). Tasso elevato anche in Belgio (3,6), Italia (3,4) e Croazia (3,3). La disponibilità più bassa è stata osservata in Germania (0,5 unità), Francia (0,7), Romania (0,9) e Polonia (1,0). I maggiori aumenti tra il 2011 e il 2021 della disponibilità di unità mammografiche ogni 100.000 abitanti si sono avuti in Grecia (+1,6 unità), Cipro e Bulgaria (entrambe +1,2). Di contro, la disponibilità di queste unità è diminuita in 9 dei 24 paesi dell’UE con i dati disponibili. Le maggiori diminuzioni a Malta (-1,0), Lussemburgo (-0,5), Slovenia, Polonia e Danimarca (tutte -0,3 unità).