Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada: più rischio gli anziani e i giovani
Il 17 novembre ricorre la Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada, istituita dalle Nazioni Unite nel 2005. Quello della sicurezza stradale continua ad essere un tema estremamente importante nel nostro Paese, sul quale è necessario intervenire in fretta.
Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2023 sono stati 166.525 gli incidenti stradali in Italia (+0,4% rispetto all’anno precedente), con 3.039 morti (-3,8% rispetto al 2022) e 224.634 feriti (+0,5%). Le vittime sono state in maggior numero per i conducenti di monopattini, di biciclette e biciclette elettriche, stabili i pedoni e in diminuzione gli altri utenti. In particolare, nel 2023 ci sono state 1.332 vittime tra gli occupanti di autovetture (-3,1%), 734 tra i motociclisti (-6,0%), 68 tra i ciclomotoristi (-2,9%), 485 tra i pedoni.
Sulle strade dell’Ue, nel 2023 le vittime sono state 20.365, contro 20.685 del 2022, con una diminuzione pari a -1,5% sull’anno precedente. Per ben 16 Paesi della Ue è stata registrata una diminuzione del numero delle vittime rispetto all’anno precedente, con variazioni percentuali negative che vanno dal -38,5% al -0,2%. Quelle più consistenti sono registrate per Malta (-38,5%), Lussemburgo (-27,8%) e Belgio (-10,6%). Si registrano invece aumenti in 11 Paesi, con variazioni comprese tra +41,6% e 0,6%. Le più consistenti sono state rilevate per Lituania (+33,3%), Lettonia (+25,7%) e Irlanda (+19,4%). Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta a 45,4 nella Ue e a 51,5 in Italia. Il nostro Paese si conferma al diciannovesimo posto nella graduatoria europea, a pari merito con la Polonia.
Anziani e giovani più a rischio
Guardando la distribuzione per età, l’aumento più consistente delle vittime si registra per le classi di età oltre i 70 anni, con una percentuale più rilevante per la fascia 75-79 anni (+23,6%), ma anche per i bambini tra 5 e 9 anni di età (da 8 a 13 vittime) e i 45-49enni (+1,8%). La struttura per età e genere dei deceduti nel 2023 e nel 2010 (anno di confronto per rilevare differenze nella forma della distribuzione) mostra come le proporzioni di vittime in età adulta e anziana, rispetto al totale per genere, siano sempre più consistenti nel tempo, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione.
La distribuzione dei tassi di mortalità stradale per età calcolati sulla popolazione residente conferma lo svantaggio delle classi più giovani (20-34 anni) e degli individui ultrasettantenni: il tasso specifico di mortalità più elevato è nella classe degli 85-89enni (107,9 ogni milione di abitanti) e in quella dei 20-24enni (77,0 ogni milione di abitanti).
I primi dati del 2024 di ASAPS
Nonostante la diminuzione del numero dei decessi, l’aumento degli incidenti e dei feriti fotografa una situazione che è ancora molto critica. Lo confermano anche i dati preliminari del 2024 dei vari Osservatori ASAPS - Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, che fissano istantanee in tempo reale: secondo i dati, a novembre 2024 si contano 369 morti, di cui 197 avevano più di 65 anni, il 53% del totale. Moltissimi gli investimenti avvenuti sulle strisce pedonali, altri pedoni sono stati investiti addirittura mentre camminavano tranquilli sul marciapiede. La Lombardia è al primo posto tra le Regioni con il maggior numero di decessi (58) un sesto del totale, seguita dal Lazio (47) e dalla Campania con 44 pedoni morti, poi l’Emilia Romagna con 36.
La sicurezza stradale è un tema al quale da tempo prestiamo la massima attenzione. Da oltre 12 anni la nostra Federazione, insieme a SPI Cgil, UILP Uil e al Centro Antartide, promuove la campagna Siamo tutti pedoni centrata sui temi della sicurezza stradale degli utenti vulnerabili, con particolare attenzione agli over65. Il tema individuato quest’anno è la “Città30”, intesa come nuovo modello di sviluppo delle aree urbane per ridurre il numero di pedoni morti e feriti sulle strade italiane e il mese di settembre ci ha visto protagonisti in diversi eventi di sensibilizzazione in tutta Italia.
Il tema della sicurezza è legato sempre più a quello della mobilità sostenibile, che non si limita a incentivare l’uso della macchina con altri carburanti meno inquinanti o con tecnologie a emissioni zero, ma è un vero e proprio cambio di mentalità. Significa intendere la mobilità utilizzando altre forme che, se funzionanti, dovrebbero soppiantare l’uso della macchina e relegarlo solo a determinate circostanze. Secondo i dati Istat, l’Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di motorizzazione in Europa, con 693,2 auto ogni 1.000 abitanti (ACI).
La sostenibilità resta ancora un concetto poco chiaro per i cittadini e ancora diffusi sono i pregiudizi che potrebbero rallentare l’adozione di comportamenti di mobilità più sostenibili. In questo senso risulta particolarmente utile l’indagine svolta da dieci associazioni, tra le quali la nostra ADICONSUM, che ha coinvolto 1.794 cittadini in occasione della Settimana europea della mobilità 2024 (che troverete in allegato).
Da un lato, infatti, i cittadini focalizzano la sostenibilità quasi unicamente sulla dimensione ambientale (tutela dell’ambiente, conservazione della biodiversità, riduzione dell’impatto delle attività umane e aziendali), minore, invece, la consapevolezza su temi quali l’accessibilità e l’economicità dei servizi. D’altro canto, in contraddizione, emerge una certa difficoltà nella conoscenza dei mezzi di trasporto a basso impatto ambientale (il 31% dei rispondenti classifica come “a basso impatto” la propria vecchia auto termica).
Dall’indagine emerge anche che lo scarso utilizzo dei mezzi di trasporto a basso impatto ambientale è legato principalmente agli alti costi di acquisto o di utilizzo (per oltre il 44% degli intervistati), all’inefficienza o assenza del trasporto pubblico locale (41%), alle lunghe tempistiche di ricarica dei veicoli elettrici (circa 19%). Per i cittadini la mobilità sostenibile si realizza attraverso: il potenziamento del trasporto pubblico locale, la riduzione delle auto in circolazione, la promozione di una più equa ripartizione e vivibilità degli spazi urbani, più incentivi per l’acquisto di mezzi non inquinanti.
Dagli esiti dell’indagine è nata la campagna Smuoviamoci! (veicolata sui canali social delle associazioni promotrici del progetto fino a dicembre), con l’obiettivo di approfondire temi quali la sostenibilità e la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico locale, la mobilità individuale e quella condivisa, le piattaforme digitali e i benefici derivanti dall’adozione di modelli di mobilità più sostenibili.
Informazioni sul progetto e sulla campagna Smuoviamoci! sono disponibili a questo link.