Giornata Mondiale dell'Ambiente: La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration

Giornata Mondiale dell'Ambiente: La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration
05/06/2024
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Giornata Mondiale dell'Ambiente: La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration

oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi ambientali e favorire l’azione di tutela da parte dei Governi.

La giornata di quest’anno si focalizza sul ripristino del territorio, sulla riduzione della desertificazione e sulla resilienza alla siccità con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration.”

Questa è un’occasione in più per prendere coscienza della necessità di azioni urgenti per proteggere l’ambiente nel quale viviamo e i numeri ci aiutano sempre a ricordare quale è la situazione attuale.

Secondo dati delle Nazioni Unite, il 40% del territorio del pianeta è degradato, con effetti diretti su circa la metà della popolazione mondiale. Ogni cinque secondi viene erosa un’area di terreno equivalente a un campo di calcio, ogni anno 12 milioni di ettari di terreno e ci vogliono 1.000 anni per generare 3 centimetri di terriccio (lo strato più superficiale del suolo). Non bisogna dimenticare però che l’agricoltura, così come oggi viene praticata, è una delle principali cause di degrado del suolo e la sua espansione ha eliminato o trasformato circa il 70% delle praterie e il 50% delle savane in tutto il mondo. È urgente una diversa modalità di sfruttamento del suolo che inverta questo processo.

Il numero e la durata dei periodi di siccità sono aumentati del 29% dal 2000: senza un cambiamento di rotta, entro il 2050 la siccità potrebbe colpire oltre tre quarti della popolazione mondiale.

Solo lo 0,5% dell’acqua terrestre è utilizzabile e disponibile come acqua dolce. Negli ultimi due decenni, lo stoccaggio dell’acqua terrestre, compresa l’umidità del suolo, la neve e il ghiaccio, è diminuito al ritmo di 1 centimetro all’anno, con gravi conseguenze per la sicurezza idrica e la produzione alimentare, che potrebbe ridursi del 12% entro il 2040, provocando un’impennata dei prezzi alimentari fino al 30%. Tutto questo senza dimenticare che si stima che la popolazione mondiale nel 2050 raggiungerà i 9 miliardi e sarà necessario aumentare la produzione agricola del 60%-70%.

Ogni anno 55 milioni di persone sono direttamente colpite dalla siccità. A livello globale, 12 milioni di ettari di terreno in grado di produrre 20 milioni di tonnellate di cereali, vengono persi ogni anno a causa della siccità e della desertificazione, con il rischio di portare all’insicurezza alimentare milioni di persone.

Anche in Italia ormai è sempre più emergenza siccità. Secondo Legambiente dal 2020 a metà maggio 2024 si sono registrati 81 danni da siccità prolungata. Lombardia (15), Piemonte (14) e Sicilia (9) le regioni più colpite in questi anni seguite da Sardegna (6), Emilia-Romagna (6) e Trentino-Alto-Adige (6).

Il cambiamento climatico che genera questi fenomeni ha un effetto diretto sulle migrazioni. Entro il 2030, la siccità, il degrado del territorio e la desertificazione potrebbero costringere 135 milioni di persone a emigrare. Il degrado del territorio mette a rischio i diritti umani alla vita, alla salute, al cibo, all’acqua e a un ambiente sano. Si configura ormai una nuova e crescente categoria di emigranti involontari, gli “sfollati ambientali”.

Il peggioramento della condizione ambientale ha anche un costo economico rilevante. Secondo stime della Commissione europea, senza un’efficace azione preventiva dei rischi climatici, i danni da alluvioni, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, perdite dei raccolti o malattie potrebbero ridurre il PIL europeo di circa il 7% entro la fine del secolo.

Danni non solo economici ma anche sociali considerando l’impatto che tali fenomeni ambientali hanno sulla salute. Recentemente, durante la 77ma Assemblea Mondiale sulla Salute, l’Oms ha adottato una storica risoluzione per affrontare con urgenza la crisi climatica e i suoi devastanti effetti sulla salute globale, che potrebbero comportare costi sanitari di 2-4 miliardi di dollari l’anno entro il 2030. Secondo l’Oms, tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico potrebbe causare circa 250.000 decessi aggiuntivi all’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore. Attualmente, circa il 23% delle malattie nei Paesi in via di sviluppo è attribuibile a fattori ambientali.

Tutti noi siamo testimoni degli effetti devastanti del degrado ambientale e possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo per attuare soluzioni per fermare questo processo distruttivo, per arrivare a un vero cambiamento globale del clima e della biodiversità.

Buona giornata mondiale dell’ambiente a Tutti!


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