Isolamento e partecipazione sociale degli anziani: i dati di Passi d’Argento
Sono stati resi noti i nuovi dati relativi al biennio 2023-2024 della sorveglianza PASSI d’Argento che riguardano alcuni importati aspetti della vita quotidiana degli over 65enni, tra i quali l’isolamento e la partecipazione sociale.
PASSI d’Argento (PdA) è il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità dedicato alla popolazione anziana, di 65 anni e più. Come il sistema di sorveglianza PASSI (che analizza i dati riferiti agli adulti) anche PdA si caratterizza come una sorveglianza in sanità pubblica che raccoglie informazioni, dalla popolazione generale residente in Italia, su salute e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza o alle complicanze delle malattie croniche non trasmissibili, ma anche informazioni su molti aspetti volti a descrivere la qualità di vita e i bisogni di cura e assistenza delle persone anziane.
Secondo i dati raccolti dalla sorveglianza PdA, nel biennio 2023-2024, il 14% degli over 65 in Italia è a rischio di isolamento sociale e non ha nessun tipo di contatto con altre persone in una settimana normale. La partecipazione a eventi sociali coinvolge appena il 23% degli ultra 65enni e solo il 29% degli anziani rappresenta una risorsa per la propria famiglia o per la comunità, offrendo un sostegno alla collettività. Sono dati che preoccupano e che restituiscono una fotografia allarmante per il futuro.
Anziani e comunità: il rischio di isolamento sociale
L’isolamento sociale può essere definito come la distanza di un individuo, psicologica o fisica o entrambe, dalla rete desiderata o necessaria di relazioni con altre persone. Si configura, quindi, come una perdita di posizionamento all’interno di un gruppo.
I fattori di rischio che determinano l’isolamento sociale possono essere di natura psicologica (come uno stato depressivo), fisica (come le malattie croniche) o, appunto, sociale (legati alle disuguaglianze, aspetti economici o culturali). L’isolamento sociale può incidere notevolmente sulla qualità della vita e, oltre a condizionare gli aspetti della vita di relazione, può compromettere le attività quotidiane e il soddisfacimento delle principali necessità.
Per stimare il rischio di isolamento sociale fra le persone ultra 65enni, la sorveglianza PASSI d’Argento fa riferimento sia alla frequentazione di punti di incontro e aggregazione (come il centro anziani, la parrocchia, i circoli o le associazioni culturali o politiche), sia al solo fare “quattro chiacchiere” con altre persone. Si considera a rischio di isolamento sociale la persona che in una settimana normale non ha svolto nessuna di queste attività.
Secondo i dati della sorveglianza PdA, il 14% degli over 65 in Italia è a rischio di isolamento sociale e non ha nessun tipo di contatto con altre persone in una settimana normale. Se da un lato il numero degli over 65 a rischio è in calo costante negli ultimi anni (scendendo dal 21% nel 2016 al 13% nel 2024), la riduzione non è supportata da un aumento della quota di persone che partecipa ad attività aggregative che, per il biennio di riferimento, si attesta ad appena il 23% ed è principalmente legata all’aumento della quota di persone che mantengono un contatto con gli altri anche a distanza.
Nel biennio 2023-2024, il 73% degli intervistati riferisce di non aver frequentato alcun punto di aggregazione e il 15% dichiara che, nel corso di una settimana normale, non ha avuto contatti, neppure telefonici, con altre persone.

Nella condizione di isolamento sociale non ci sono notevoli differenze di genere (riguarda il 15% delle donne contro il 13% degli uomini), ma i dati evidenziano differenze più significative per:
- età (32% fra gli ultra 85enni contro il 10% fra i 65-74enni);
- istruzione (23% tra chi ha un basso livello di istruzione contro il 9% fra persone più istruite);
- condizioni economiche (27% fra chi ha molte difficoltà economiche contro 10% fra chi non ne ha).
È importante notare che tale condizione sembra più frequente fra i residenti nelle Regioni meridionali che nel resto del Paese (19% contro 11% nel Centro e 10% nel Nord).

Partecipazione sociale e contributo alla collettività
Un altro dato significativo analizzato dalla sorveglianza PASSI d’Argento è quello relativo al contributo che le persone ultra 65enni offrono alla società fornendo sostegno all’interno del proprio contesto familiare, e della comunità. L’aspetto della partecipazione sociale nella popolazione anziana è considerato non solo come essere fisicamente o lavorativamente attivi, ma anche in termini sociali, economici, culturali e civici.
Il dato è stato analizzato dalla sorveglianza attraverso domande che indagano su diverse abitudini, quali:
- l’aver accudito o fornito aiuto a parenti o amici, conviventi o non conviventi;
- le eventuali attività di volontariato svolte a favore di anziani, bambini, persone con disabilità, presso ospedali, parrocchie, scuole o altro;
- la partecipazione a eventi sociali, come gite o soggiorni organizzati, o corsi di formazione.
Dai dati di PASSI d’Argento 2023-2024 emerge che il 29% degli anziani intervistati rappresenta una risorsa per i propri familiari o per la collettività:
- il 17% si prende cura di congiunti;
- il 15% di familiari o amici con cui non vive;
- il 6% partecipa ad attività di volontariato.
Questa capacità/volontà di essere risorsa sembra essere maggiormente una prerogativa femminile (32% fra le donne contro 25% negli uomini), mentre si riduce notevolmente con l’avanzare dell’età (coinvolge il 36% dei 65-74enni ma solo il 14% degli ultra 85enni), ed è minore fra le persone con un basso livello di istruzione (21% fra chi ha al più la licenza elementare contro 38% fra i laureati) e tra chi ha difficoltà economiche (24% fra chi ne ha molte contro 32% fra chi non ne ha).
Nelle Regioni del Sud la quota di “anziani risorsa” è mediamente più bassa che nel resto del Paese (25% nel Sud contro 32-33% nel Centro -Nord).

Un altro aspetto dell’indagine riguarda la partecipazione a eventi sociali che, secondo i dati della sorveglianza, coinvolge il 23% degli ultra 65enni. Il 19% dichiara di aver partecipato a gite o soggiorni organizzati, il 5% frequenta un corso di formazione (lingua inglese, cucina, uso del computer o percorsi presso università della terza età). La partecipazione è decisamente inferiore in caso di:
- età elevata (partecipano il 28% dei 64-75enni ma appena l’8% degli ultra 85enni);
- basso livello d’istruzione (10% fra chi ha al più la licenza elementare contro 38% fra i laureati);
- difficoltà economiche (13% contro 26% di chi ha più disponibilità);
Inoltre, la partecipazione è minore nei cittadini stranieri rispetto agli italiani (17% contro 22%) ed anche nelle donne rispetto agli uomini (21% contro 23%).

Infine, svolgere un’attività lavorativa retribuita è poco frequente (7%) ed è prerogativa di persone con un più alto titolo di studio (26% contro 2% tra chi al più ha la licenza elementare).
In sintesi, i risultati emersi dalla sorveglianza Passi d’Argento mettono in evidenza una realtà preoccupante per la popolazione anziana, segnata da un crescente fenomeno di solitudine e isolamento. Questo distacco sociale può rivelarsi devastante per il benessere psicologico e fisico degli anziani, contribuendo allo sviluppo di disturbi come depressione, ansia, generando un forte senso di inutilità e inadeguatezza, oltre a influire negativamente sul declino cognitivo. Le proiezioni demografiche, inoltre, suggeriscono che questa tendenza tenderà ad accentuarsi nei prossimi anni, con un aumento significativo degli anziani che vivono in solitudine. È dunque indispensabile che le politiche pubbliche si adattino a questa nuova realtà, promuovendo strategie volte a sostenere un invecchiamento attivo e a rispondere in modo efficace ai bisogni dei nostri anziani.
Per ogni approfondimento vi invitiamo a consultare il sito dell’Istituto Superiore di Sanità dedicato alla sorveglianza.