La giovane Tina Anselmi. Dalla Resistenza all'impegno sindacale e politico
Tina Anselmi poco ha detto di sé sindacalista, ma ora è possibile saperne di più grazie al libro edito dalla CISL veneta, La giovane Tina Anselmi. Dunque, l'Azione Cattolica le dà gli strumenti della dottrina sociale della Chiesa e i valori della Resistenza la mettono dalla parte degli sfruttati come le filandine «malpagate e maltrattate». Diventa così la loro sindacalista. In bicicletta, gira per le filande, fa proselitismo e diviene dirigente della FIOT fino a essere delegata per la corrente cristiana al congresso della CGIL. Instancabile, difende i diritti delle operaie. La crisi del settore serico però è forte e pur di evitare i licenziamenti propone alle filandine di lavorare un'ora in più a parità di salario. Ciò le procura attacchi durissimi da parte della corrente comunista senza che i padroni riaprano. La FIOT indice scioperi e chiama «a raccolta» tutte le lavoratrici a Treviso, dove si grida di riprendere «la filatura dei bozzoli». Tina è in prima fila e guida l'occupazione di una filanda chiusa dal padrone. La lotta di quelle novanta donne ha successo, la filanda riapre. In questo contesto aspro va ricondotto un ricordo della stessa Anselmi: «Una volta sono stata arrestata col motivo che avevo turbato l'ordine pubblico». Fu scarcerata perché un corteo di protesta guidato dai preti giunge fin sotto i balconi del Prefetto.
La stagione di sindacalista di Tina Anselmi fu breve, tre anni, ma intensa e l'ha segnata profondamente, come dimostrano le successive battaglie condotte da deputata e da ministra per migliorare le condizioni dei lavoratori e delle donne, specie se lavoratrici e madri.