Liste d'attesa: il cammino per restituire agli italiani il diritto a curarsi in tempi adeguati sembra avviato
La nostra analisi
Come ben sappiamo è stato approvato in Senato il testo del decreto legge “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”.
Il provvedimento è legge
Il cammino per restituire agli italiani il diritto a curarsi in tempi adeguati sembra finalmente arrivato e non è più procrastinabile, anche se bisognerà comunque attendere almeno 60 giorni dall’entrata in vigore della legge perché siano definite le linee guida e gli organismi per l’attuazione delle misure previste.
Il superamento del tetto di spesa sanitario nel 2025, con l’innalzamento ora dal 10 al 15% per le Regioni che ne faranno richiesta, dovrà essere la strada giusta da percorrere e rappresenta un atto assolutamente sensato che auspichiamo comporti l’abolizione del blocco del personale voluto dal Governo Monti e votato da tutti i partiti che trovò la sia piena attuazione a partire dal processo di spending review contenuto nella legge n.94 del 7 luglio 2012.
Sul tema degli investimenti ci permettiamo di suggerire che questi siano posti a carico del fondo sanitario con vincolo di utilizzo, che impegni cioè le Regioni a rendicontarne l’effettivo abbattimento delle liste di attesa con monitoraggio e verifiche puntuali di Agenas senza fare di tutte le Regioni “un‘erba e un fascio” ma constatando chi si impegna e chi no.
Il decreto si concentra forse troppo sull’obiettivo di produrre più prestazioni, per esempio dice poco sull’appropriatezza: nel 2023 le prescrizioni delle prime visite sono aumentate del 31% rispetto al 2019 e quelle delle risonanze magnetiche del 38% (Dati Agenas).
A nostro parere sono determinanti non solo i numeri delle prestazioni erogate ma anche la qualità e i tempi delle visite dedicate all’ascolto dei cittadini.
Come funzionerà la parte privata accreditata e l’intramoenia?
Non sono ancora chiare le modalità con cui i cittadini potranno far ricorso al privato accreditato o all’intramoenia, dietro pagamento del solo ticket, quando vengono superati i tempi di attesa previsti in relazione al codice di urgenza. Su questo ci auguriamo ci sia chiarezza al più presto perché, ad oggi, è un diritto sancito solo dalla carta (già previsto dalla legge 124 del 1998) poco o nulla applicata in tutte le Regioni del Paese.
Un altro elemento di incertezza potrebbe essere anche quello del rispetto dei cosiddetti ambiti territoriali, ossia della possibilità per i cittadini di ottenere visite ed esami senza doversi allontanare di chilometri dalla propria abitazione, non tutti sono autonomi soprattutto gli anziani e i più fragili.
Un fatto certo è che oggi gli italiani, per superare le liste di attesa, spendono di tasca loro per le visite ambulatoriali e gli esami diagnostici oltre 8 miliardi all’anno (dati Cergas-Bocconi).
Basta questo numero impressionante per capire che senza importanti nuovi finanziamenti al SSN non si andrà troppo lontano.
Ma ripetiamo, il cammino per restituire agli italiani il diritto a curarsi in tempi adeguati sembra finalmente avviato.
Sta ora a noi ascoltare i cittadini, monitorare, verificare, se queste norme saranno applicate in tutte le Regioni, in tutti i Territori, in tutte le Asl, in tutti gli ospedali pubblici e privati accreditati.
Abbiamo molto lavoro da fare con impegno, trasparenza, eticità e responsabilità senza fare sconti a nessuno.
Vediamo in particolare le novità:
L’articolo 1
Prevede l’istituzione, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, della Piattaforma nazionale delle liste di attesa, finalizzata a realizzare l’interoperabilità con le piattaforme delle liste di attesa relative a ciascuna Regione e Provincia autonoma. Tra gli obiettivi della Piattaforma quello di consentire la misurazione delle prestazioni in lista di attesa sul territorio nazionale, al fine di orientare la programmazione dell’offerta.
L’articolo 2
Sancisce l’istituzione, presso il Ministero della Salute, dell’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, che potrà avvalersi del supporto del Comando Carabinieri per la tutela della salute.
L’articolo 3
Prevede che sia gli erogatori pubblici, che i privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali afferiscano al Centro unico di prenotazione (Cup). In tal modo i cittadini potranno avere accesso a tutte le agende disponibili nell’intera Regione, consultando un unico centro di prenotazione.
L’articolo 4
Esplicita le azioni possibili per potenziare l’offerta assistenziale in relazione alle visite diagnostiche e specialistiche, comprese le aperture straordinarie dei centri trasfusionali. Nel limite delle risorse disponibili, le visite diagnostiche e specialistiche possono essere effettuate nei giorni di sabato e domenica e la fascia oraria per l’erogazione di tali prestazioni può essere prolungata.
L’articolo 5
Regola il superamento del tetto di spesa per l’assunzione di personale del Servizio sanitario nazionale.
L’articolo 6
Contiene ulteriori misure per il potenziamento dell’offerta assistenziale e il rafforzamento dei Dipartimenti di salute mentale.
L’articolo 7
Allo scopo di incentivare i dirigenti medici e sanitari dipendenti del Servizio sanitario nazionale, prevede l’introduzione di una imposta sostitutiva sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario.
Per approfondire e saperne di più leggi l'articolo: Liste d'attesa: novità dal Governo