Secchezza oculare possibili cause: riposo, mascherine e occhiali
Come le abitudini del sonno incidono sulla salute degli occhi
Il sonno è importante per la salute degli occhi: secondo uno studio del Japan Public Heath Center è, infatti, presente una correlazione tra l’occhio secco e la qualità del risposo.
La difficoltà nell’addormentarsi e nel restare dormienti e la frequenza nello svegliarsi stanchi, caratterizzano un ciclo del sonno disturbato.
Uno studio giapponese pubblicato su ScienceDirect ha preso in esame un totale di 106,282 soggetti di età compresa tra i 40 e i 74 anni al fine di comprendere la possibile correlazione tra sonno e secchezza oculare.
La sindrome da occhio secco, DED dry-eye-disease, è stata definita come la presenza di secchezza oculare clinicamente diagnosticata con sintomi gravi.
Lo studio mette in risalto la connessione tra DED-SONNO.
Secondo gli autori, infatti, chi ha difficoltà nell’addormentarsi o nel portare a compimento un intero ciclo di sonno, svegliandosi di conseguenza stanco, ha maggiori probabilità di sviluppare la sindrome da occhio secco.
Nei soggetti studiati si è notato, infatti, che chi dormiva meno di otto ore a notte aveva una maggiore prevalenza di DED in entrambi i sessi, pur verificandosi anche in soggetti, in particolare uomini, che dormivano dieci ore al giorno. In conclusione, secondo la ricerca posta in essere, la privazione del sonno e di conseguenza la cattiva qualità del riposo, sono significativamente correlate alla nascita dei sintomi dell’occhio secco e la conseguente diagnosi di DED.
Mascherina e occhiali: 4 “dritte” per ridurre i disagi
Secchezza oculare in crescita per chi indossa gli occhiali assieme ai dispositivi di protezione: ne parla uno studio dell’Ophthalmology Times.
L’uso di mascherine protettive, nell’ultimo anno, è diventato necessario per la sicurezza dell’intera popolazione. Ma cosa succede a chi indossa gli occhiali?
I portatori di occhiali hanno spesso lamentato il fastidio dovuto all’appannamento delle lenti quando si indossa la mascherina: l’aria che viene respirata, infatti, circola continuamente tra la mascherina e le lenti stesse posandosi sulla superfice oculare in modo anomalo.
Ciò, oltre a creare disagi nella messa a fuoco, ha aggravato la condizione di secchezza oculare.
Il flusso d’aria proveniente dalla respirazione contribuisce alla secchezza degli occhi nello stesso modo in cui lo fanno le prese d’aria del riscaldamento o l’aria condizionata.
Questo porta ad un’alterazione delle condizioni preesistenti della superficie oculare e causa sintomi anche in coloro che non hanno mai presentato disturbi di questo tipo.
I medici oculisti che hanno partecipato a uno studio dell’Ophthalmology Times hanno infatti segnalato un aumento dei pazienti che si presentano con sintomi legati all’occhio secco come appunto secchezza e irritazione.
Nonostante l’utilizzo dei dispositivi medici di protezione per il Covid-19 sia ancora necessario per la salvaguardia della salute, si possono mettere in atto alcuni step per evitare che la condizione di secchezza oculare si presenti, come ad esempio:
- Indossare una mascherina ben aderente al viso con un ponte nasale in metallo che possa essere adeguato alla forma del proprio naso
- Usare del nastro medico per fissare il bordo superiore della mascherina al viso di modo che si possa ridurre il flusso dell’aria verso l’alto
- Se l’ambiente esterno permette condizioni di sicurezza, prendere delle pause
Si ringrazia IAPB, Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità per i dati e le informazioni. Per approfondire gli argomenti visita il sito di IAPB.