Solitudine: avere forti relazioni sociali può aiutare a vivere meglio
Un report OMS sottolinea l’importanza della socialità per una salute globale
Sono numerosi ormai gli studi che sottolineano l’importanza della salute sociale come parte integrante della salute generale. In questo senso ci sembra particolarmente interessante segnalare un recente rapporto dell’OMS dal titolo “Dalla solitudine alla connessione sociale: tracciare un percorso verso società più sane”. Elemento fondamentale della salute sociale, ci ricorda l’OMS, è la connessione sociale, ovvero il modo in cui ci relazioniamo e interagiamo con gli altri.
La connessione sociale
Ha tre dimensioni principali:
- Struttura: quante persone si conoscono e con quale frequenza si parla o si trascorre del tempo con loro, di persona o online.
- Funzione: supporto, sia emotivo che pratico, che si può dare o ricevere.
- Qualità: avere delle relazioni con altre persone non basta, il fattore determinante è come quelle relazioni ci fanno sentire.
La disconnessione sociale
La disconnessione sociale, al contrario, si verifica quando una persona non ha abbastanza contatti sociali, non si sente supportata dalle relazioni che ha o quando le sue relazioni sono fonte di malessere. La disconnessione sociale può assumere diverse forme ma il Rapporto OMS si concentra su solitudine e isolamento sociale.
La solitudine è comune ovunque, tra persone di tutte le età, e colpisce uomini e donne in egual misura. Circa 1 persona su 6 nel mondo si sente sola, ma due gruppi sono maggiormente colpiti:
- I giovani (13-29 anni); a livello globale, circa il 17%-21% dei giovani afferma di sentirsi solo, con livelli più alti tra gli adolescenti.
- Le persone che vivono nei Paesi più poveri; circa il 24% delle persone si sente solo a fronte dell’11% dei Paesi ricchi. La povertà può limitare il tempo e i luoghi per incontrare altre persone, rendendo più difficile costruire relazioni solide.
Si hanno, invece, meno dati sull’isolamento sociale, ma i numeri disponibili sono preoccupanti. Si sente isolato 1 anziano su 3 (periodo di riferimento 1990-2022) e 1 adolescente su 4 (periodo di riferimento 2003-2018).
I numeri della solitudine globale in sintesi
Secondo i dati raccolti nel report, tra il 2014 e il 2023:
- Il 16% della popolazione mondiale, circa 1 persona su 6, ha sperimentato solitudine.
- I giovani tra i 13 e i 29 anni sono i più colpiti: circa il 21% degli adolescenti (tra i 13 e i 17 anni) e il 17% dei giovani adulti (tra i 18 e i 29 anni) riferisce di sentirsi solo.
- Le persone nei Paesi a basso reddito vivono la solitudine in misura maggiore: quasi 1 su 4.
- I tassi più alti si registrano in Africa (24%), seguita da Medio Oriente (21%) e Asia sudorientale (18%). L’Europa resta sotto il 10%.
Ma il dato più scioccante riguarda la mortalità: circa 871.000 decessi l’anno sono associati alla solitudine. Per l’OMS, le sue conseguenze sono “tanto dannose quanto fumare 15 sigarette al giorno”.
Le cause principali della solitudine e dell'isolamento
La solitudine e l’isolamento sociale possono verificarsi per molte ragioni, e possono variare da persona a persona. Tra le cause principali una cattiva condizione di salute, bassi livelli di istruzione e di reddito, quartieri e comunità poco sicuri, vicende personali. Per gli anziani, per esempio, rappresentano eventi critici la pensione, i problemi di salute o la perdita del coniuge.
Gli impatti delle relazioni sociali sono stati sottovalutati per troppo tempo. Avere forti relazioni sociali può aiutare a vivere più a lungo, le persone che hanno relazioni sociali, infatti, sono spesso più sane.
Al contrario, solitudine e isolamento sociale aumentano il rischio di gravi problemi di salute (malattie cardiache, ictus, ipertensione e diabete) e persino di morte prematura. A livello mondiale oltre 871.000 decessi all’anno sono stati collegati alla solitudine.
La solitudine può portare a depressione, ansia e persino pensieri di autolesionismo o suicidio. Le persone che si sentono sole hanno il doppio delle probabilità di soffrire di depressione. La disconnessione sociale può anche danneggiare il cervello e negli anziani aumenta il rischio di problemi di memoria, demenza e morbo di Alzheimer.
Su scala più ampia, la solitudine colpisce intere comunità e Paesi. Le comunità con forti legami sociali tendono a essere più sicure e a riprendersi più velocemente dai disastri. Inoltre, ha anche un impatto economico, la solitudine costa miliardi in termini di perdita di produttività e assistenza sanitaria.
Le soluzioni: “infrastrutture sociali” più efficienti e accoglienti
Le soluzioni per ridurre solitudine e isolamento sociale spaziano dalla sensibilizzazione, alle politiche dei governi, al supporto degli individui per sviluppare relazioni più soddisfacenti.
Negli ultimi anni, otto Paesi hanno adottato politiche sulla connessione sociale: Danimarca, Finlandia, Germania, Giappone, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Si tratta di politiche con un approccio globale, in cui i governi collaborano con tutti i settori, quali, ad esempio, scuole, sistemi sanitari, edilizia abitativa, trasporti, comunità e imprese.
In particolare, le comunità sono il luogo privilegiato in cui si crea la connessione, in quanto luoghi in cui le persone vivono, lavorano, imparano, giocano e invecchiano. Uno dei modi migliori per migliorare la connessione sociale è rendere gli spazi e i servizi comunitari, le “infrastrutture sociali”, più efficienti e accoglienti. Luoghi come parchi, biblioteche, bar, trasporti pubblici, scuole e centri sanitari, spesso diventano luoghi in cui le persone si incontrano e creano relazioni in modo naturale.
Una risposta globale possibile
Il rapporto OMS non si limita a descrivere il problema dell’epidemia di solitudine, ma propone cinque aree strategiche d’azione:
- Politiche pubbliche: più Paesi dovrebbero seguire l’esempio di Regno Unito, Giappone e USA, che hanno già adottato piani contro la solitudine.
- Ricerca e dati: servono investimenti in studi e indicatori internazionali per misurare la connessione sociale.
- Interventi mirati: programmi comunitari, supporto psicologico, progettazione urbana inclusiva.
- Tecnologia responsabile:usare l'intelligenza artificiale e le app in modo equilibrato e per facilitare legami autentici, non per sostituirli.
- Coinvolgimento sociale: sensibilizzare attraverso campagne pubbliche e costruire una narrazione positiva del “connettersi”.
Per l'OMS la solitudine è un problema mondiale. La connessione sociale dovrebbe essere considerata una priorità assoluta in politica e nelle politiche, conclude l’OMS, perché migliora la salute del singolo e dell’intera comunità.
NOTA UTILE
L’OMS è l’agenzia dell’ONU incaricata di coordinare la risposta sanitaria internazionale al fine di renderla equa ed accurata.