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Le pensioni 2021

Il “Vademecum Le Pensioni”, realizzato unitariamente dalle Organizzazioni Sindacali dei Pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, è giunto quest’anno alla sua ventiquattresima edizione, confermandosi come strumento utile per approfondire una materia così complessa qual è la legislazione italiana in ambito previdenziale, assistenziale e fiscale.

Grazie all’impegno degli esperti di Spi, Fnp, Uilp, il volume offre un quadro sintetico, puntuale e preciso di tutti gli argomenti fondamentali che riguardano le pensioni.

Come di consueto, tra le novità normative più rilevanti, nella presente edizione viene analizzata la Legge di Bilancio per il 2021, che, come si sa, ha preso forma in un periodo particolarmente drammatico per il nostro Paese, colpito, come l’intero pianeta, da una terribile pandemia che, mentre scriviamo, non è stata ancora debellata.

La Legge di Bilancio, pertanto, è stata sostanzialmente finalizzata ad affrontare la gravissima situazione di emergenza sanitaria, economica e sociale, caratterizzata da un calo drastico del Pil, delle entrate fiscali e contributive, dell’occupazione; dal parallelo aumento della povertà e della disoccupazione, soprattutto femminile; dalla chiusura di tantissime attività commerciali e produttive. La pandemia ha scosso la nostra società fin nelle sue radici, causando oltre centomila decessi, che hanno portato nel 2020 a un livello di mortalità mai raggiunto nella storia della nostra Repubblica. L’aspettativa di vita non solo ha smesso di crescere, ma è diminuita di un intero anno.

In questo inedito contesto di difficoltà e incertezze, la Legge di Bilancio è risultata, da un lato incompleta, con molti interventi legislativi e attuativi non definiti, dall’altro finalizzata soprattutto a far fronte all’emergenza economica e sanitaria. È mancato un approccio più strutturale, teso a realizzare misure concrete mirate al rilancio del sistema Paese.

La Manovra di Bilancio contiene comunque alcuni provvedimenti condivisibili, fortemente voluti dalle Organizzazioni Sindacali, come il prolungamento e l’estensione delle misure relative agli ammortizzatori sociali e al divieto di licenziamento, tuttavia non sempre adeguatamente finanziati e comunque non estesi a sufficienza alla platea dei lavoratori aventi diritto; il prolungamento dell’Opzione donna e la proroga dell’Ape sociale, misure, quest’ultime, che dovrebbero essere rese strutturali, come più volte da noi ribadito.

Nella Legge di Bilancio non si affrontano, tuttavia, in modo complessivo le criticità del nostro sistema previdenziale, a partire dall’introduzione di una flessibilità di accesso alla pensione, dal varo di misure che garantiscano future pensioni dignitose ai giovani, dal superamento delle disparità di genere, dalla tutela del potere d’acquisto delle pensioni.

Anche sotto il profilo fiscale, alla luce delle nuove emergenze, riteniamo che il sistema sia ancora iniquo, sbilanciato, farraginoso e obsoleto. È indispensabile, pertanto, intervenire per renderlo contemporaneamente uno strumento di redistribuzione, ma anche un fattore di innovazione ed equità, capace di accompagnare senza fratture la nostra economia e la nostra società fuori dall’emergenza. In tal senso, riteniamo non più rinviabile una riforma complessiva del fisco.

Per quanto riguarda specificamente i pensionati, nella legge di bilancio non sono stanziate risorse a loro sostegno, né per incrementare la cosiddetta Quattordicesima, né per modificare il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, né per ridurre la pressione fiscale sulle pensioni, poiché le pensionate e i pensionati sono stati ingiustamente esclusi dagli interventi di redistribuzione di questi ultimi anni. Occorre inoltre rilevare come i livelli di tassazione che gravano sulle pensioni non sono omogenei nei Paesi Ue, registrando un forte squilibrio a danno proprio dei pensionati italiani che continuano ad essere i più tartassati d’Europa.

Tutti temi che erano stati affrontati nel Tavolo di confronto tra il governo Conte e Cgil, Cisl, Uil, con la partecipazione delle rispettive Organizzazioni dei Pensionati. La pandemia tuttavia ha temporaneamente interrotto questo confronto e ci ha posto di fronte a nuove emergenze e priorità, a partire dalla necessità di realizzare una campagna vaccinale anti Covid-19 veloce ed efficace, che proteggesse tutta popolazione dando priorità alle persone più a rischio, le più anziane, malate, con disabilità o fragili; di rilanciare e rafforzare il sistema sanitario nazionale e la medicina del territorio e di prossimità; di approvare finalmente una legge quadro nazionale per la non autosufficienza; di riformare radicalmente il sistema delle strutture residenziali per anziani e disabili; di realizzare una nuova politica per la domiciliarità.

Abbiamo poi chiesto al nuovo Governo Draghi e ai ministri che seguono le materie che ci riguardano più da vicino, di riprendere il confronto su tutti questi temi, sanitari, sociali, fiscali e previdenziali.

Sotto il profilo della spesa pensionistica, auspichiamo anche che riprendano al più presto i lavori della Commissione per valutare il reale impatto della spesa assistenziale e della spesa previdenziale sul bilancio del nostro Paese, che consentirà di dimostrare all’Europa che il sistema pensionistico italiano è sostenibile e che l’incidenza della spesa pensionistica è in linea con quella europea. Infatti, al netto della quota assistenziale, la spesa netta per le pensioni previdenziali è pari all’11,8% del Pil, valore in linea con la media Eurostat.

Come Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil in questi ultimi anni abbiamo dovuto contrastare una tendenza costante da parte dei Governi a voler ‘riformare’ il sistema pensionistico pubblico italiano con la motivazione della sua rilevante incidenza sul Pil italiano; in realtà, come abbiamo sempre denunciato, lo Stato fa spesso cassa a danno dei lavoratori e dei pensionati. Ma non abbiamo mai smesso di mobilitarci e non smetteremo neppure domani.

Dovremo riprendere il confronto sulla tutela e la valorizzazione dei redditi da pensione.

Dal 1° gennaio 2022, entrerà in vigore un nuovo meccanismo di rivalutazione, che permetterà un maggiore recupero di potere d’acquisto delle pensioni, agendo per scaglioni di importo e non per fasce, come attualmente. E proprio grazie all’intervento incisivo unitario delle Organizzazioni sindacali dei Pensionati di Cgil, Cisl, Uil, è stato stralciato un emendamento alla Legge di Bilancio che avrebbe prorogato fino al 2023 (rispetto al 31 dicembre 2021) l’attuale meccanismo di indicizzazione, più penalizzante, in quanto, come detto, le percentuali di rivalutazioni sono riconosciute per fasce complessive di importo della pensione. Un emendamento che avrebbe potuto avere conseguenze molto negative, soprattutto in caso di crescita dell’inflazione.

Oggi, solo le pensioni di importo più basso sono protette al 100 per cento dalla crescita del costo della vita. E questo ha prodotto negli anni un forte impoverimento delle pensioni medie.

Come Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil abbiamo elaborato unitariamente una piattaforma rivendicativa chiara e precisa, volta a salvaguardare tutti i redditi da pensione, essendo la pensione a tutti gli effetti salario differito e, come tale, da tutelare contro il processo di erosione del suo potere d’acquisto.

Per questo ribadiamo la necessità di introdurre un meccanismo di rivalutazione più equo, di ampliare la platea dei beneficiari della Quattordicesima, di ridurre la pressione fiscale anche sulle pensioni.

Siamo consapevoli che il momento è veramente drammatico, non solo per il nostro Paese, ma per l’Europa e il mondo intero a causa della pandemia, ma vogliamo ribadire che come Organizzazioni sindacali dei pensionati di Cgil, Cisl, Uil non abbiamo mai abbassato la guardia e proseguiamo il nostro impegno attivo sulle gravi e urgenti questioni di ordine sociale, sanitario ed economico che riguardano più direttamente le persone anziane e pensionate e le loro famiglie.


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