Pensione e contributi versati all'estero: come funziona la totalizzazione internazionale
La vostra domanda:
"Salve. Sono cittadino italiano e ho lavorato in Italia circa 16 anni. A dire la verità non riesco contattare l'INPS per sapere esattamente quanti anni di contributi ho maturato in Italia."
Salve. Sono cittadino italiano e ho lavorato in Italia circa 16 anni. A dire la verità non riesco contattare l'INPS per sapere esattamente quanti anni di contributi ho maturato in Italia. Secondo i miei conti potrebbero essere poco più di 16 anni. Dal marzo 2018 lavoro in Inghilterra. Presumo di poter aggiungere alla mia pensione italiana anche la pensione inglese. Ho deciso ti tornare nel mio paese d'origine e vorrei sapere se ho il diritto alla pensione e quanti soldi di pensione potrei avere al mese? Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
Dai dati contenuti nella sua mail ci sembrerebbe che il meccanismo della totalizzazione multipla sia quello più conveniente alla sua situazione, anche per il fatto che in Inghilterra per maturare un diritto a pensione necessita la maturazione di un requisito minimo di contribuzione.
In questa sede possiamo offrirle indicazioni circa la totalizzazione internazionale.
Innanzitutto con il termine totalizzazione multipla si allude alla possibilità di sommare i contributi versati in Paesi terzi che risultano legati a loro volta da accordi internazionali sia all'Italia sia all'altro Stato contraente.
Il principio fondamentale su cui si basa la normativa è quello della territorialità.
Secondo tale principio la legge da applicare è quella dello Stato in cui si presta la propria attività lavorativa.
Tuttavia, la stipulazione di accordi internazionali e convenzioni in ambito sociale e previdenziale ha determinato il superamento del principio di territorialità.
Per quanto riguarda i Paesi dell’aria comunitaria è prevista la possibilità di totalizzare i contributi non sovrapposti, ma solo se si può far valere un periodo minimo di assicurazione e contribuzione.
La totalizzazione internazionale non comporta il trasferimento dei contributi da uno Stato all'altro, ma consente di tener conto, ai soli fini dell'accertamento del diritto alla pensione, dei contributi maturati nei Paesi convenzionati dove l'interessato ha lavorato.
Per operare la totalizzazione è necessario aver versato nello Stato membro almeno 52 settimane di contributi all’anno. Diversamente, in presenza di convenzioni con Paesi extra-comunitari, tale condizione sarà regolata all’interno dell’accordo, come nel caso in oggetto, in quanto la Brexit ha sancito l’uscita dall’Unione Europea dell’Inghilterra.
Per perfezionare il requisito minimo è utile tutta la contribuzione accreditata, come contributi obbligatori, da riscatto, volontari e figurativi.
Il calcolo della pensione cosi avverrà tramite il meccanismo del pro-rata, ossia si procederà prima alla totalizzazione di tutti i periodi contributi versati negli Stati interessati e successivamente si andrà a scorporare l’importo della prestazione sulla base del rapporto tra i periodi assicurati realizzati in Italia ed il totale dei periodi esteri.
Ad ogni buon fine la invitiamo a contattare il Consolato italiano, o in alternativa il nostro Patronato INAS CISL, per ottenere tutta l’assistenza necessaria diretta a verificare la sua convenienza ad attivare o meno il meccanismo della totalizzazione internazionale, eventualmente presentare domanda di pensione e conoscere la prima data di utile decorrenza del suo trattamento pensionistico.