Opzione Donna, da sperimentale a strutturale

Opzione Donna, da sperimentale a strutturale

L'Opzione donna consente alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con i requisiti anagrafici più favorevoli rispetto alle regole in vigore dal 1° gennaio 2008 in poi.

E' un regime sperimentale in quanto previsto solo per chi ha maturato i requisiti nel periodo dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2015.

Con la legge di Stabilità per il 2016 la facoltà è stata estesa anche alle lavoratrici (autonome o dipendenti) che entro il 31 dicembre 2015 abbiano maturato un'anzianità contributiva effettiva (con esclusione dei periodi figurativi per disoccupazione e di malattia con accredito a copertura) pari o superiore a 35 anni ed un'età anagrafica pari o superiore a 57 anni e 3 mesi per le dipendenti e 58 anni e 3 mesi per le autonome a prescindere dalla data di decorrenza del trattamento pensionistico.

Al fine di portare a conclusione la sperimentazione, con l'attuale Legge di Bilancio 2017, la facoltà di optare è stata estesa retroattivamente anche alle lavoratrici che al 31 dicembre 2015 avevano compiuto 57 anni, se dipendenti, e 58 anni, se autonome, ma che a tale data non erano in possesso degli ulteriori tre mesi richiesti per effetto degli incrementi alla speranza di vita. Si tratta delle lavoratrici nate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1958 (e del 1957 se autonome) che hanno raggiunto i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015 al compimento dei 57 anni e 7 mesi o 58 e 7 mesi di età.

Resta infine fermo, ai fini dell'accesso al trattamento pensionistico, il regime delle finestre, ossia il differimento di 12 (dipendenti) o 18 (autonome) della corresponsione della pensione.

Puntiamo affinché l'Opzione donna diventi un provvedimento strutturale, eventualmente esteso a tutti i lavoratori per facilitarne  l'uscita dal mondo del lavoro.

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