Depressione, solitudine e scarsità dei servizi socio-sanitari, i dati emersi dall'ultimo rapporto dell'ISS sugli anziani
EpiCentro (Centro Epidemiologico) dell’ISS ha pubblicato i dati 2017-2020 della Sorveglianza Passi d’Argento relativi a partecipazione sociale e anziano risorsa, isolamento e insoddisfazione per la propria vita.
Ricordiamo che PASSI d’Argento è il sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione anziana che completa la sorveglianza PASSI dedicata agli adulti. Entrambi i sistemi raccolgono informazioni dalla popolazione generale residente in Italia su salute e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza o alle complicanze delle malattie croniche. PASSI d’Argento raccoglie anche informazioni sulla la qualità di vita e i bisogni di cura e assistenza delle persone di questa fascia di età a partire dalla definizione di “invecchiamento sano e attivo” voluta dall’OMS.
Dal Rapporto è emerso in particolare che:
- in Italia l’83% degli anziani vive in casa di proprietà e 2 anziani su 10 vivono da soli;
- circa 2 ultra 65enni su 10 vivono in una condizione di isolamento sociale; in particolare, il 20% della popolazione in esame dichiara che, nel corso di una settimana normale, non ha avuto contatti, neppure telefonici, con altre persone e il 71% non ha frequentato alcun punto di aggregazione;
- il 60% viene considerato attivo, ma 4 anziani su 10 hanno paura di cadere, in particolare le donne, le persone con maggiori difficoltà economiche o con basso livello di istruzione e chi vive da solo;
- il 21% si dichiara insoddisfatto della propria vita; maggiore insoddisfazione è tra coloro che hanno 3 o più patologie croniche, problemi di disabilità e non sono ben integrati socialmente;
- il 13% mostra sintomi di depressione, più frequenti tra le classi socialmente più svantaggiate per difficoltà economiche o per bassa istruzione, tra chi vive solo o con diagnosi di patologia cronica. Il 26% di anziani con sintomi di depressione non chiede aiuto;
- il 15% sono disabili, in particolar modo dopo gli 85 anni la disabilità interessa circa 1 anziano su 2. La quasi totalità delle persone con disabilità (99%) riceve cura e assistenza dalle famiglie;
- circa il 18% degli anziani vive una condizione di fragilità che grava principalmente sulle famiglie, il 94% riceve aiuto dai familiari, il 20% da badanti e il 12% da conoscenti;
- quasi 3 anziani su 4 (il 71%) non partecipano ad incontri collettivi presso luoghi di aggregazione come il centro anziani, il circolo, la parrocchia o le sedi di partiti politici e di associazioni;
- il 35% ha dichiarato di avere difficoltà nell’accesso ai servizi sociosanitari in particolare ai servizi della ASL e i negozi di prima necessità. Eppure 1 persona su 3 (29%) rappresenta una risorsa per i propri familiari o per la collettività;
- il 19% si prende cura di congiunti; il 14% di familiari o amici, con cui non vive, e il 5% partecipa ad attività di volontariato;
- più della metà degli ultra 65enni (il 61%) riferisce di avere almeno un problema strutturale nell’abitazione in cui vive e il 15% percepisce il proprio quartiere poco sicuro.
Questo Rapporto è uno strumento prezioso per mettere a punto e orientarci nelle politiche nazionali e territoriali e conferma ciò che avanziamo da tempo. L’indagine mette in evidenza: il problema della solitudine e della depressione, che rappresentano notevoli fattori di rischio per la salute e l’autonomia delle persone anziane e che devono essere affrontati con politiche sociali di inclusione e di partecipazione; la scarsità dei servizi socio-sanitari, soprattutto di tipo domiciliare, non adeguati nel numero e nell’appropriatezza, che impone alla famiglia di assumersi il carico dell’assistenza.
I dati attestano anche l’urgenza di politiche attinenti alla rigenerazione urbana, per consentire a chi è avanti negli anni di muoversi in sicurezza nella propria città o borgo. Mentre la sicurezza all’interno della propria abitazione deve essere supportata dalla domotica, ovvero dalle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati, per consentire il più possibile alla persona una vita indipendente; oltretutto considerando il dato estremamente positivo che l’83% degli anziani vive in casa di proprietà.