Fnp Veneto
Dalle Leggi al salto culturale: educare al rispetto per eliminare la violenza di genere
La riflessione del Coordinamento per le Politiche di genere della Fnp Cisl Veneto in occasione del 25 novembre
Il contrasto alla violenza sulle donne ha visto l'approvazione alla Camera, con un accordo bipartisan, di un emendamento che cambia il presupposto per il reato di stupro. Non più la costrizione, ma l'assenza di consenso "libero e attuale". Questa è l'ultima di una serie di norme che, a partire dal 1996 (quando la violenza sessuale fu riconosciuta come reato contro la persona e non più contro la morale e il buon costume) intendono contrastare un fenomeno che purtroppo ci lascia sgomenti per la frequenza e la brutalità con cui le donne, giovani, adulte e anziane, sono oggetto di violenza e brutale uccisione. Ci si domanda cosa manchi ancora affinché le donne possano essere libere di scegliere senza essere soggette a violenze non solo fisiche, ma anche psicologiche, economiche, sessuali, stalking e discriminazioni di ogni tipo.
ALLE LEGGI MANCANO RISORSE, SERVA UNA RESPONSABILITÀ COLLETTIVA
Certo, le leggi spesso non trovano applicazione per mancanza di risorse economiche e umane (braccialetti elettronici insufficienti o non controllati, mancanza di personale o di adeguata formazione delle forze dell'ordine, ecc.). A partire dalle parole di Papa Francesco – «la violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società e va eliminata dalle radici» – serve una responsabilità collettiva che parta da genitori, nonni, insegnanti ed educatori. È più che mai necessario un salto culturale non di un unico soggetto, ma di una rete fatta di famiglie, agenzie educative, istituzioni, associazioni e media. Insieme, bisogna proporre interventi e azioni finalizzate a promuovere una cultura del rispetto, dell'inclusione e della non violenza già a partire dai processi educativi e formativi. Una nuova alfabetizzazione emotiva che abbandoni modelli rigidi che spesso rendono i ragazzi fragili, confusi su cosa significhi essere maschio. Va insegnato loro che possono esprimere le proprie emozioni, uscendo da stereotipi per cui il bambino “non deve piangere, deve essere sempre il più forte, deve fare il duro, essere aggressivo o prepotente per essere rispettato”. Ragazzi e ragazze devono crescere come persone complete, gentili, forti interiormente e capaci di vivere in un mondo dove uomini e donne siano davvero alla pari.
DAGLI ADOLESCENTI SEGNALI PREOCCUPANTI
Recenti indagini, come “Le ragazze stanno bene” di Save the Children e Ipsos e “Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza: il punto di vista di ragazze e ragazzi” di Istat, hanno analizzato la percezione della violenza di genere negli adolescenti: i risultati ci restituiscono un quadro preoccupante. Questo è segno, bisogna dirlo, che la nostra generazione e i nostri modelli familiari non sempre hanno saputo sradicare gli stereotipi che sono alla base di comportamenti non rispettosi. Risulta che il 30% degli adolescenti, maschi e femmine, considera la gelosia un segno d'amore, il 21% pensa che condividere la password sia una prova di fiducia, e il 36% dei giovanissimi considera accettabile che un ragazzo controlli abitualmente il cellulare o i social network della propria ragazza. Questi dati confermano l'urgenza di interventi educativi qualificati, sin dalla prima infanzia. In mancanza di un'adeguata informazione, i giovani cercano sempre più risposte nel web, con i rischi che ciò comporta. Le tante iniziative, non ultime quelle che la Fnp promuove su tutto il territorio Veneto (si vedano gli allegati), per essere efficaci devono essere accompagnate anche dal sostegno di tanti uomini che, pur non essendo necessariamente colpevoli, faticano ad abbandonare una mentalità di cui sono intrisi. Non basta dire “io non sono come quello”; servono esempi qualitativamente coerenti e concreti.