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I pronto soccorso assediati dai cittadini e luoghi di violenze verso medici ed infermieri

19/09/2024
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I pronto soccorso assediati dai cittadini e luoghi di violenze verso medici ed infermieri

E’ la cartina tornasole delle gravi criticità del servizio sanitario.

L’articolo sul Corriere della Sera nel dataroom di Milena Gabanelli è una fotografia corrispondente

alla realtà dello stato in cui versano i pronto soccorso nelle nostre città.

 

I dati forniti dall’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali attesta che dei milioni di persone che arrivano al pronto soccorso due terzi sono classificati codici bianco e verde e dunque con lievi problemi di salute.

Va da sè che si sarebbero potuti evitare se ci fosse stata una valutazione preliminare da parte dei medici curanti di medicina generale.

In sostanza in molti casi il pronto soccorso invece di gestire le emergenze supplisce e sostituisce il medico di famiglia.

Tale situazione mette a nudo la prima criticità o questione principale della salute quella della prevenzione.

L’attività primaria cioè, l’assistenza territoriale che dovrebbe svolgere il nostro medico di famiglia.

I medici di medicina generale sono pochi ed hanno troppi pazienti in carico.

Questo comporta la grande difficoltà di seguire le persone, di visitarle in base al tempo che hanno convenzionalmente a disposizione e la semplificazione è quella di prescrivere esami o visite specialistiche.

In questa fase entra in gioco la seconda criticità, le liste d’attesa lunghe e spesso insopportabili.

A questo punto per poter risolvere il problema rimangono tre sole possibilità o utilizzare e pagare la clinica e lo specialista privato o intasare il pronto soccorso o non curarsi.

Negli ospedali poi il personale medico è scarso insieme agli infermieri ed i posti letto scarseggiano e la sofferenza delle persone nelle barelle in attesa di ricovero è una situazione deprimente ed angosciante non degno di un paese civile.

I pochi medici sottopagati negli ospedali subiscono altresì insieme agli infermieri anche aggressioni e violenze fisiche e psicologiche manifestano la volontà di lasciare ed andare a lavorare in posti sicuri ed in cui si valorizzi la loro professione.

E’ necessario pagare di più i medici ed assumerli, garantire la loro incolumità insieme agli infermieri programmando ed organizzando già da ora la funzionalità delle case di comunità e l’insieme della medicina territoriale convincendo i medici di medicina generale a dare il proprio apporto insostituibile per dare gambe al progetto della mission sanitaria del PNRR.

Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti


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