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La riforma più urgente è quella fiscale

30/05/2024
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La riforma più urgente è quella fiscale

La lotta all’evasione fiscale langue ed il redditometro viene ritirato

In uno stato funzionante ed inclusivo la ricchezza prodotta dalle attività produttive e dai lavoratori per mezzo delle imposte dovrebbe essere redistribuita in particolare alla parte della popolazione povera, in stato di bisogno e necessità di sopravvivenza.

Non solo, con la tassazione relativa alla fiscalità generale si debbono alimentare e sostenere i servizi pubblici essenziali a partire dalla sanità includendo i servizi socio assistenziali e adeguandoli alle nuove esigenze legate al mutamento della composizione della popolazione e delle condizioni sociali.

Si debbono altresì, anche garantire l’istruzione, l’ordine pubblico, il soccorso, la giustizia, la viabilità e la funzionalità delle pubbliche amministrazioni.

La prima considerazione, in merito alle tasse, è che le stesse sono necessarie per le esigenze pubbliche sopra menzionate ma non debbono opprimere chi produce e chi lavora e chi certamente le paga alla fonte come i pensionati ed i lavoratori dipendenti.

La realtà fattuale, sulla base dei dati dell’agenzia delle entrate del 2021, e che gran parte delle spese inerenti all’alimentazione dei servizi pubblici essenziali è a carico dei redditi dichiarati dai 35.000 euro in su che sono 14% della popolazione.

Da ciò si evince che pochi cittadini si caricano delle spese generali collettive e quindi per soddisfare le esigenze sociali indifferibili non si può che aumentare il debito pubblico, uno dei più alti del mondo.

Per tali ragioni è vitale e ragionevole fare una lotta concreta all’evasione fiscale, pensiamo che gli strumenti tecnici a disposizione con gli algoritmi dell’intelligenza artificiale siano sufficienti per snidare gli evasori fiscali ove ci fosse una convinta volontà politica di andare oltre i recuperi annuali che vengono rappresentati come vittorie storiche.

Recuperare le risorse economiche dagli evasori fiscali che peraltro utilizzano gli stessi servizi pubblici pagati dai fedeli contribuenti, oltre che un dovere politico istituzionale e un esercizio di sana amministrazione della cosa pubblica. Il recupero fiscale consentirebbe anche di abbassare le tasse a chi le paga e contribuirebbe ad una più mirata redistribuzione delle risorse sulle persone volta anche a ridurre le disuguaglianze diffuse nel Paese.

Circa la reale lotta all’evasione fiscale abbiamo dei dubbi dato che è durata appena 24 ore l’ipotesi prospettata dal Governo di reintrodurre il redditometro quale strumento nella lotta all’evasione fiscale.  

 

Pompeo Mannone
Segretario Generale Fnp Cisl Roma Capitale e Rieti


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