Fnp Sardegna
Lavoro e cittadinanza: 1° concorso di poesia e prosa “Gigi Bonfanti”
Quasi un centinaio di scrittori e poeti ha partecipato al 1° concorso di poesia e prosa “Gigi Bonfanti”, organizzato dalla Cisl regionale e dalla Fnp della Sardegna in ricordo dell’autorevole e molto stimato dirigente segretario generale della Federazione dei pensionati. I 16 vincitori ( compresi i”segnalati” speciali della giuria) saranno premiati nel corso di una manifestazione, in programma a Olbia giovedì 30 marzo, alla quale interverrà anche la segretaria confederale Daniela Fumarola reggente della Fnp nazionale. Poesie e prosa in lingua italiana, sarda, algherese-catalano e anche nelle varietà alloglotte, le parlate locali gallurese, sassarese e tabarchino.
Sarebbe piaciuto a Gigi Bonfanti il titolo del premio: Lavoro e cittadinanza. Due temi dalla forte identità, valori imprescindibili per ogni uomo e donna, due diritti fondamentali per rendere concreta, visibile e misurabile la dignità umana. Bonfanti – innamoratissimo della Sardegna ( è morto mentre si accingeva a partire per l’isola) - li aveva unificati nella suo impegno sia dentro le singole categorie sindacali, sia nell’attività confederale, sia negli anni di massima responsabilità nella Fnp. Lavoro e cittadinanza per lui devono camminare uniti, sempre. Un binomio presentato, difeso e rilanciato in quel patto intergenerazionale, cercato da Bonfanti, all’origine del Festival delle generazioni, voluto “per promuovere, rafforzare e consolidare - scrivono i segretari generali Gavino Carta (Usr) e Alberto Farina (Fnp) nella presentazione del concorso – il rapporto tra giovani e anziani quale motore primario di uno sviluppo relazionale e sociale indispensabile al progresso delle nostre comunità».
Il concorso in lingua e in limba apre le porte all’universo culturale sardo particolarmente esteso e variegato in un’isola abitata da poco più di un milione e mezzo di abitanti distribuiti in oltre 30 regioni storico-geografiche con non poche peculiarità territoriali. La lingua “particolare” è lo specchio che dà voce a stati d’animo, sensazioni, pensieri, ma soprattutto emozioni vissute nei diversi ambiti esistenziali. Sardo e italiano «possono avere – scrive l’antropologo Bachisio Bandinu - circuiti comuni e circuiti autonomi, comunque hanno interrelazioni concordanti o contrastive». La lingua crea relazioni, autentici “capillari e vene” del sistema circolatorio del lavoro – tra compagni e colleghi, tra lavoratori e capi, tra dirigenti e imprenditori - e anche « chi ha una conoscenza passiva del sardo in qualche modo vive un’esperienza di ambiente linguistico e semiotico in limba. C’è un effetto di ascolto che in qualche modo crea nessi di relazione. Interviene – aggiunge Bandinu – un contesto di risonanza delle parole in incontri con persone, situazioni comunicative e nel rapporto col sistema degli oggetti. Nelle relazioni multiple c’è un imbattersi, anche senza volerlo, in un tempo e in uno spazio di linguaggio locale».
Il pensionato è naturalmente chiamato in causa in questo bilinguismo sardo. Secondo una ricerca fatta dalle Università di Cagliari e Sassari l’88 per cento dei maschi over 65 (83% per le donne) parla la lingua locale. Mentre la Limba si parla con i colleghi di lavoro(16,8%), con gli amici (23,8%), con i conoscenti (14,75).
“Le opere premiate nel concorso Traballu e tzitadinantzia attestano – dicono Gavino Carta e Alberto Farina - non solo le enormi capacità espressive della lingua sarda e di quelle alloglotte, la qualità degli autori, ma anche la totale sintonia con le finalità di chi ha promosso l’iniziativa di conciliare e valorizzare la memoria di una grande persona e del suo ruolo di dirigente sindacale, con richiamo costante all’importanza dl lavoro e dei diritti di cittadinanza nella vita sarda».