Fnp Sardegna
Nel palazzo della Provincia (SS) il 9 giugno convegno su Alzheimer e demenze organizzato da Cisl pensionati Sardegna
Occhio al morbo di Alzheimer. L’aumento tendenziale di questa malattia sembra uno degli esiti possibili dell’accentuato invecchiamento della popolazione sarda. I segnali ci sono tutti. La Sardegna col 44,2 casi su 10 mila residenti over 65 è la seconda regione per mortalità dovute a demenza e a malattie del sistema nervoso. La prima è la Valle d’Aosta (48,6%), terza la Lombardia (43,5). Il territorio dove si registra l’incidenza più alta del «tracollo della memoria» è il Sulcis-Iglesiente, al terzo posto nazionale si trova la provincia di Sassari. Nell’isola sono circa 24 mila le persone affette da demenza, di cui oltre il 50% ha la malattia di Alzheimer, per un carico sociale non inferiore a 60 mila persone ( pazienti, familiari e caregiver). Una vera emergenza sanitaria che ha mobilitato i pensionati Cisl. Il sindacato nei giorni scorsi, infatti, ha dedicato al problema un convegno regionale al quale ha partecipato la segretaria nazionale Fnp Anna Maria Foresi.
Allarme sindacale giustificato. In Sardegna le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso sono la quinta causa di morte, rispettivamente 4,9% per gli uomini e 6% per le donne. « I pazienti, i parenti e i caregiver devono avere – ha detto Alberto Farina, segretario regionale Fnp nella sala “Angioy” della Palazzo della Provincia di Sassari – i supporti necessari per affrontare un dramma di questa entità che grava principalmente sulle famiglie. La giunta regionale deve farsene carico e non bastano i quasi 509 mila euro previsti dal piano triennale delle attività per l’Alzheimer e le demenze approvato lo scorso 31 ottobre 2022».
Come sempre più spesso accade, “l’ospedale” più attrezzato è la casa. In Italia l’80% delle persone affette da Alzheimer ricevono assistenza da familiari o amici. Attualmente i pazienti con demenza in Italia sono oltre un milione (di cui circa 600.000 Alzheimer) con quasi 3 milioni persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza. « L’impatto psicologico, emotivo, sociale ed economico su quanti vivono con una persona con questa malattia è enorme - ha detto Anna Maria Foresi segretaria nazionale Fnp. - Famiglia e caregivers sono indicati ad alto rischio di incorrere in problemi di salute fisica e mentale. Anche se negli ultimi anni si assiste in Italia a un miglioramento dei servizi: più unità di valutazione geriatrica (IVG), maggiore accesso alle terapie farmacologiche specifiche, gratuite, incremento dei pazienti che accedono a cure rilevanti, centri diurni, Assistenza domiciliare integrate, geriatria territoriale». Crescono i costi a carico della famiglie: tra spese indirette e dirette l’assistenza a un malato di Alzheimer si aggira intorno a 26 mila euro/anno. Se fosse ricoverato in ospedale 24 mila euro/mese. I costi sociali sanitari e sociali della demenza vengono stimati, in Italia, attorno ai 10-12 miliardi di euro l’anno.
Occhi puntati sulla Sardegna e sul territorio negli interventi – coordinati dal segretario regionale Fnp Paolo Cuscusa - di Gavino Carta (segretario generale regionale Cisl), Pietrino Fois (Amministratore straordinario Provincia), Pier Luigi Ledda ( responsabile Cisl Sassari) e Vannalisa Manca ( segretaria pensionati Sassari).
Causa, inizio ed evolversi della malattia sono stati al centro degli interventi tecnici di Paulus Kai e Paolo Milia, che hanno sollecitato i responsabili del sistema sanitario a creare nel Sassarese – alcuni migliaia i casi Alzheimer registrati - una vera rete tra ospedale, medici di medicina generale, assistenza domiciliare integrata e Rsa. E’ anche l’auspicio di Pina Ballore (presidente dell’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer Sassari) che ha indicato la precondizione di ogni convivenza con malato di Alzheimer: imparare ad accettare la nuova situazione di vita, la diversa dimensione di una persona cara. Centri di sostegno alla famiglia ha chiesto Gian Franco Favini, presidente territoriale Associazione Alzheimer che ha segnalato casi di malattia di demenza anche tra i detenuti.