Fnp Veneto
Quando il gioco d’azzardo da divertimento diventa un disturbo: cos’è la ludopatia e come uscirne
Abbiamo approfondito il tema in tv nei nostri spazi su TV7: in studio il dott. Ermanno Margutti
Lotteria, gratta&vinci, scommesse, giochi online, slot machine e così via: giocare d’azzardo da divertimento consapevole può diventare una vera e propria dipendenza, con implicazioni psicologiche e economiche pesanti. Sapendo che gli anziani sono più inclini a diventare dipendenti dal gioco d’azzardo, la Fnp Veneto ha voluto dedicare uno spazio approfondimento nel nostro segmento di TV7 con voi – speciale sera andato in onda martedì 14 gennaio e che si può rivedere in questa pagina. In studio il segretario regionale della Fnp Veneto Ivano Cavallin e il dott. Ermanno Margutti, psicologo e psicoterapeuta, responsabile scientifico del progetto Chiama&Vinci (il Piano aziendale di attività per il contrasto al Disturbo da Gioco d'Azzardo dell'Ulss 3 Serenissima) e responsabile delle sedi di Venezia e Chioggia del Servizio per le Dipendenze (SerD).
I NUMERI DEL GIOCO D’AZZARDO
Come dipendenza, la ludopatia è un campo di ricerca relativamente recente. Ma i numeri restituiscono un fenomeno in crescita, dai risvolti preoccupanti quando il gioco diventa una patologia.
Il CNR svolge periodicamente l’indagine Ispad, che sta per Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs (indagine sulla popolazione italiana e l’alcol e altre droghe). L’indagine del 2022 ha rilevato che, prendendo in considerazione la popolazione italiana tra i 18 e gli 84 anni, 20 milioni di italiani (43%) ha giocato almeno una volta d'azzardo nel 2022, e 800mila italiani mostrano un profilo moderato/severo (cioè il 1,7% della popolazione).
Sulla tipologia dei giocatori ha indagato il Nomisma nel 2021: il 42% dei giovani tra i 14 e i 19 anni ha fatto esperienze di gioco d’azzardo, il 5% ha giocato almeno una volta alla settimana. Per quanto riguarda gli anziani: il 25% degli over 65 ha fatto esperienze di gioco d’azzardo, il 16% con una frequenza almeno mensile. Il gioco risulta un’abitudine consolidata da oltre 10 anni per 6 giocatori su 10, mentre il 12% ha sviluppato un approccio problematico al gioco.
Infine, l’Agenzia Dogane e Monopoli sui volumi del gioco d’azzardo, ha calcolato che nel 2023 gli italiani hanno “giocato” 147,11 miliardi, perdendo 20,67 Miliardi. Il totale del gioco su rete fisica è stato pari a 67,9 miliardi di euro (+7,8% rispetto al 2022). La raccolta online tocca 82,08 miliardi di euro (+12,3% rispetto al 2022) e ciò riguarda in particolare giochi di carte, giochi di sorte a quota fissa e giochi a base sportiva.
QUANDO IL GIOCO DIVENTA UNA DIPENDENZA
Un’analisi nel dettaglio dei numeri illustrati prima dice che gli anziani giocano in numero minore rispetto ai più giovani, ma molto più frequentemente. E preferiscono luoghi fisici. I giovani, invece, sono più esposti al rischio del gioco online.
Quindi, quando il gioco d’azzardo diventa un problema? Quali sono i campanelli d’allarme? Sono sostanzialmente tre i fattori da attenzionare per capire se il divertimento è diventato un disturbo, di carattere psicologico peraltro: tempo, spesa, iniziano le bugie. Cioè, quando il tempo dedicato a giocare d’azzardo aumenta sensibilmente, quando la spesa è fuori controllo e quando il giocatore o giocatrice comincia a dissimulare in famiglia se gli viene chiesto di giustificare i primi due aspetti.
Anziani e pensionati si rivelano più vulnerabili rispetto al rischio di sviluppare una dipendenza dal gioco d’azzardo per due motivi principali: il pensionamento è un cambiamento radicale della routine quotidiana che spesso crea delle “crisi” di identità (ci si chiede “cosa faccio ora?”) e il problema di come occupare il tempo libero, che ora è molto di più.
OFFRIRE E CHIEDERE AIUTO IN VENETO
Se riconosciamo di aver sviluppato un problema col gioco d’azzardo, o notiamo che un nostro familiare o conoscente è in difficoltà, in Veneto basta rivolgersi alla propria Ulss e accedere ai servizi gratuiti dei SerD, i Servizi per le Dipendenze.
In Veneto, infatti, la Legge Regionale n. 38/2019 ha promosso la costituzione in ogni Ulss di appositi “interventi finalizzati alla prevenzione, al contrasto e alla riduzione dei rischi da gioco d'azzardo e delle problematiche azzardo-correlate, nonché al trattamento e al recupero delle persone che ne sono dipendenti e al supporto delle loro famiglie". Questi servizi sono gestiti dai SerD delle diverse Ulss (in allegato uno schema di come si chiamano, Ulss per Ulss) e vedono in campo, in modo integrato e in base all’esigenza specifica, psicologi psicoterapeuti, educatori, medici psichiatri, assistenti sociali, anche legali.
Inoltre, una caratteristica di questa legge è, in un certo senso, la responsabilizzazione dei gestori, affinché sappiano riconoscere i segnali di un eventuale “gioco patologico” in un cliente. Infatti la legge regionale, prima di aprire o per poter mantenere l’autorizzazione di una sala gioco o una sala scommesse, o installare apparecchi per il gioco nel proprio esercizio commerciale, obbliga i gestori a frequentare un corso di formazione che “fornisce gli strumenti adatti per affrontare in maniera efficace il rapporto con i clienti a rischio di sviluppare un Disturbo da Gioco d'Azzardo”.
La rete sociale del singolo giocatore, tuttavia, resta fondamentale: spesso è necessario accompagnare un soggetto che si trova in difficoltà, anche perché è improbabile che qualcuno ammetta di aver bisogno del Servizio per le Dipendenze. Alcuni suggerimenti per supportare la persona in difficoltà è telefonare insieme ai servizi, accompagnare fisicamente alla sede, o offrire tutti i riferimenti di accesso.
I SERVIZI PER IL CONTRASTO ALLE DIPENDENZE, ULSS PER ULSS
Ulss 1 Dolomiti – Chiamiamolo azzardo
Ulss 2 Marca Trevigiana - Indipendo
Ulss 3 Serenissima – Chiama&Vinci
Ulss 4 Veneto Orientale – Tutto in Gioco?
Ulss 5 Polesana – In gioco ci sei tu
Ulss 6 Euganea – Cambio Gioco
Ulss 7 Pedemontana – Come te la Giochi?
Ulss 8 Berica – Io non mi gioco il futuro
Ulss 9 Scaligera – Esci dai Giochi