Fnp Veneto
«Bene che ci sia una proposta di legge regionale sui caregiver familiari: ci auguriamo che ci sia spazio di confronto con il sindacato»
Il commento di Tina Cupani, Fnp Veneto, alla presentazione del pdl firmato PD
La Fnp Veneto saluta con favore la presentazione del progetto di legge regionale, a firma del PD, “Disposizioni per il riconoscimento, la valorizzazione e il sostegno del caregiver familiare”. E confida che nel suo iter di approvazione, e nei tavoli di programmazione e gestione che emergeranno dalla legge, i sindacati possano fare la loro parte. Del resto, il sindacato dei pensionati Cisl del Veneto proprio pochi giorni fa ha presentato i risultati della ricerca “Caregiver in Veneto: avere cura di chi ha cura”, che ha analizzato i bisogni di queste persone nella nostra regione con risultati sconfortanti.
Il commento di Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto
«Il senso di abbandono espresso dai caregiver familiari, rilevato dalla nostra ricerca, nasce proprio dall’assenza di un quadro normativo nazionale e regionale che li riconosca e li sostenga come soggetti attivi del welfare. Ben venga che anche in Veneto si muova un primo passo per un percorso istituzionalizzato attorno alla figura del caregiver familiare: del resto due regioni a noi confinanti, con un sistema sociosanitario simile al nostro, sono già molto avanti. L’Emilia-Romagna è stata la prima a dotarsi nel 2014 di una legge regionale, e il Friuli-Venezia Giulia ha scritto una di quelle più avanzate.
Con una legge, si può finalmente fare un censimento dei caregiver familiari: sapere chi sono e quanti sono, e far uscire dall’ombra coloro che sono di fatto caregiver ma non sanno di esserlo. Si possono analizzare i loro bisogni e programmare servizi, monitorandoli. Con una legge, si garantiscono equità e trasparenza sia nell’accesso a questi servizi sia alle risorse. Ma sottolineiamo anche questo: i caregiver veneti non chiedono soldi, chiedono una guida e un sostegno nel prendersi cura di un familiare non autosufficiente. E questo deve essere garantito dal sistema pubblico.
Noi, infatti, abbiamo questi dati: l’83,6% dei caregiver familiari si sente abbandonato dalle istituzioni, il 59% non ha supporti qualificati nell’attività di assistenza, l’87,2% vuole ricevere più informazioni, l’85,4% ore di sollievo, il 57,6% chiede formazione su come dare assistenza, il 57,3% vorrebbe supporto psicologico e il 54,3% ritiene importante confrontarsi con altri caregiver. Sono tutte richieste che trovano risposta in una programmazione sociosanitaria e sociale, che solo una legge consente. Non dimentichiamo che i caregiver familiari sacrificano molto di sé con il rischio di ammalarsi a loro volta: nella nostra ricerca il 46,2% dichiara peggioramenti nella salute fisica, e il 53,8% nella salute mentale.
Ci riserviamo di fare più avanti un’analisi dettagliata della proposta di legge, ma possiamo dire che finalmente ce n’è una! Noi siamo pronti a fare la nostra parte e ci auguriamo che non manchi lo spazio di confronto con le parti sociali sia nell’iter di approvazione, sia nei tavoli che saranno aperti nella programmazione e gestione della stessa».